Addio a Sergio Zavoli, per sempre ravennate

Fortissimo il legame con la città, dal Guidarello al sogno europeo

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di Lorenzo Tazzari

Il trebbo, la bicicletta, i partigiani della valle, Nenni, il Premio Guidarello, la candidatura di Ravenna capitale europea della cultura 2019. Sergio Zavoli, morto ieri a Roma a 96 anni, è nato in via Cavour ed è vissuto qui per appena 4 anni, prima di trasferirsi a Rimini con la famiglia. Si sposò con Rosalba, oggi scomparsa, russiana. I motivi per tornare in Romagna, insomma, non mancavano. Attraverso anche i suoi servizi per la Rai, tv e radio, ha restituito alla sua città natale tanta passione umana, tanta scrupolosità nel ricostruire la storia, tutto raccontato in servizi giornalistici che nei lunghi anni della sua carriera gli hanno poi spalancato le porte dei più importanti riconoscimenti come giornalista e scrittore. Il tutto inframmezzato dalla presidenza della Rai dal 1980 al 1986 e dal seggio in Senato dal 2001 al 2018.

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Nel 1947 Sergio Zavoli entra in Rai. Nel 1956 Walter Della Monica, con l’amico Toni Comello, ridà vita al ‘Trebbo’ (in romagnolo trébb, riunione di amici, incontro, veglia), si leggono poesie, si discute degli autori. Zavoli coglie tutta la romagnolità che caratterizza ‘e trébb’ e realizza un servizio per la Rai, poi trasformato anche in un libro ormai introvabile. Non gli sfugge certo l’uso della bicicletta e nel 1963, per TV7, lo si vede a Russi mentre dialoga su questo e su altri temi romagnoli con Vincenzo Patuelli, docente universitario e agricoltore, padre di Antonio Patuelli, oggi presidente dell’Abi e del Gruppo bancario La Cassa. Poco dopo, tra il 1965 e il 1966, il giornalista realizza una serie di inchieste dal titolo ’Diario di un cronista’. Nella puntata ’L’armata delle valli’, visibile tuttora su Rai Teche, Zavoli raggiunge l’Isola degli Spinaroni a bordo di un tradizionale barchino. Ad aspettarlo ‘Bruno’ Pietro Gaudenzi, il comandante della postazione, ‘Reagan’ Ateo Minghelli, il salvatore di Sant’Apollinare in Classe, il piccolo Gila. Ne esce la ricostruzione della battaglia delle valli e la sua importanza per tutto il territorio.

Nel 1972 è sul ‘trespolo’ davanti a Sant’Apollinare Nuovo per commentare l’arrivo del Giro d’Italia, da ideatore e protagonista della trasmissione ‘Processo alla tappa’. Quando è in città, gli piace andare a Marina di Ravenna. "È per l’effetto di un incrocio di luci che si combinano proprio in quel luogo - venendo dalle valli, dal mare e dalla pineta, quindi da tre grandi vastità – si ha una trasparenza indicibile, che invade tutta la piana" raccontò in una intervista al Carlino nel 2006.

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L’amicizia con Walter della Monica lo porta alla presidenza della giuria del Premio Guidarello fino al 2005, quando ha già 82 anni. Chiude la sua esperienza al premio con l’intervista al cardinale Ersilio Tonini ‘Guidarello ad Honorem’. Un dialogo pieno di spiritualità e intimista, che ricalcava quello della trasmissione tv dedicata alle suore di clausura, in un teatro Alighieri dove i presenti quasi non respirano per non interrompere la magia del momento. Dal 2010 al 2014 il giornalista viene chiamato a presiedere il Comitato per Ravenna capitale europea della cultura 2019. "Dopo aver tanto parlato con lui – racconta oggi Alberto Cassani, all’epoca assessore alla Cultura – credo che Zavoli abbia accettato quell’incarico per due motivi. Il primo, per una sfida contro il tempo. Diceva spesso: ‘chissà se poi sarò ancora in vita nel 2019?’. Poi voleva introdurre elementi innovativi nell’identità romagnola. Diceva spesso: ‘qui c’è cultura, basta stereotipi’".

"La Romagna – amava infatti ricordare Zavoli – ha una grande versatilità creativa. Non solo per la scrittura, in prosa e poetica, ma anche il cinema e il teatro".

Zavoli tornerà infine al Guidarello nel 2014, per ritirare il Premio alla Carriera, massima espressione dell’evento ravennate.