Ravenna, 25 maggio 2025 – La sterzata improvvisa, la velocità, l’assenza del cicalino che segnala la retromarcia della ruspa e soprattutto perché era lì: sono tante le cose che non tornano nella tragedia di Pinarella (foto) che ha spezzato la vita di Elisa Spadavecchia, insegnante di inglese di 66 anni che abitava nella provincia di Vicenza, travolta e uccisa da una ruspa mentre era in spiaggia (video).

L’uomo alla guida di quel pesante mezzo, il 54enne Lerry Gnoli, è accusato a piede libero di omicidio colposo: dopo averlo interrogato a lungo, i carabinieri l’hanno lasciato tornare a casa. La valutazione di investigatori e procura pare sia sarebbe legata al luogo dove si è verificato l'incidente: dal momento che la battigia è considerata demanio marittimo, il reato ipotizzato è stato appunto l'omicidio colposo e non invece l'omicidio stradale, che prevede la possibilità di un arresto in determinate condizioni.

L’operaio, cesenate e residente a Montaletto, era pure senza patente: gli era stata revocata dopo che nel marzo 2022 aveva travolto e ucciso un uomo di 83 anni, sempre nella provincia di Ravenna. In quel caso, sì, era stato accusato di omicidio stradale.
Tanti i nodi da sciogliere, prima tra tutti: chi aveva commissionato quei lavori che tutti (sindaco, cooperativa di bagnini e Regione) assicurano essere stati abusivi? E poi c’è il testimone del terribile investimento. Antonio Antonino, bolognese, racconta che Elisa Spadavecchia “era in piedi quando la ruspa ha sterzato, improvvisamente, in retromarcia, con una manovra assurda. Ha puntato verso il mare a velocità elevata, senza rallentare. L’ha presa in pieno”. E anche lui ha rischiato di venire investito in quella manovra improvvisa e azzardata. E ancora: nessuno ha sentito il cicalino che segnala la retromarcia dei mezzi pesanti: come mai?
Proseguiranno intanto le indagini per chiarire la dinamica dell'incidente e la natura dei lavori svolti in spiaggia. La salma della donna è stata intanto trasferita in obitorio. E, intanto, la spiaggia di Pinarella porta ancora i segni di una tragedia immane.