Permessi pendolari, liceali in corteo La preside: "Problema strutturale"

Gli studenti protestano per il cambio di regole. La dirigente: "Comprendiamo i disagi, cerchiamo una soluzione"

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di Damiano Ventura

"Permessi ai pendolari, non abbiamo le ali!". Questo lo slogan che ha accompagnato ieri mattina la manifestazione di protesta di una cinquantina di studenti del polo liceale Torricelli di Faenza. Gli studenti, scortati da polizia, carabinieri e polizia locale e armati di cartelli si sono ritrovati alla stazione ferroviaria per poi percorrere corso Garibaldi, corso Mazzini, piazza del Popolo e via Santa Maria dell’Angelo fino alla sede del Liceo Scientifico dove si trova la segreteria e gli uffici di presidenza. Qui il corteo, composto quasi esclusivamente da studenti provenienti da fuori città, ha assunto i connotati di un’assemblea esterna, in cui ciascuno ha preso la parola per raccontare i disagi quotidianamente vissuti in ingresso e in uscita da scuola.

"Sono una pendolare e frequento il liceo Artistico di Faenza – sintetizza Ginevra, da poco 18enne –. Stiamo organizzando una protesta perché la preside ha cambiato il meccanismo dei permessi per le entrate e le uscite posticipate e per noi i dieci minuti fanno la differenza". Oggetto dello sciopero infatti sono i permessi, vale a dire le giustificazioni su cui la segreteria dell’istituto ha messo mano, e gli orari dei mezzi di trasporto che stando ai racconti degli studenti costringerebbero a corse trafelate da e per la stazione dei treni o degli autobus, o a lunghe attese dopo l’uscita da scuola con drastica riduzione dei tempi pomeridiani a disposizione per lo studio o per altre attività.

"La questione va avanti già da un po’ – sottolinea Emma, organizzatrice della protesta –. C’è già stato uno scambio di mail con la preside ma la cosa non è migliorata molto. Il problema riguarda il fatto che è stato dato il permesso solo a chi viene da alcune località più distanti mentre per coloro che vengono da altre, come Brisighella, è stato tolto. Si tratta di entrare 15 minuti dopo e uscire 15 minuti prima dell’orario delle lezioni". Senza questo permesso viene segnato il ritardo, chiariscono altri studenti "Ma poi i minuti vengono sommati e diventano ore e le ore di assenza addizionate possono costituire un problema che culmina in una bocciatura".

Il problema però, secondo la preside Paola Falconi, è strutturale e riguarda gli orari dei trasporti in relazione agli orari curricolari. "Intanto ho chiesto ai docenti di essere meno fiscali sugli orari di ingresso. Inoltre su 375 richieste fino ad oggi ne ho autorizzate 267 – sostiene la preside –. Quelle non autorizzate sono di Faenza (periferia, nda) e di Brisighella. Per noi il problema è la validità e la qualità del curriculum scolastico. Faccio un esempio: il treno per Brisighella parte alle 12.56, per consentire ai ragazzi di prenderlo io devo farli uscire necessariamente 20 minuti prima della fine della lezione. È davvero troppo tempo, e significa ledere il loro diritto allo studio perché farebbero una lezione da 35 minuti. Anche i miei colleghi presidi concedono al massimo 10 minuti". Il treno successivo quindi sarebbe alle 13.40 ma gli studenti provenienti dal brisighellese a quel punto lamentano l’ora di differenza che trascorrerebbero in stazione senza fare nulla "Non è per niente funzionale". "Noi solitamente a maggio – ha proseguito la preside –, facciamo un incontro con la provincia e con i delegati ai trasporti in cui diamo i nostri orari. E ci sono state poste richieste specifiche, comprendiamo purtroppo i disagi ma siamo a disposizione per cercare di risolvere le problematiche"