"Persi due ricorsi contro l’opera Spariranno 7 ettari dei miei campi"

L’imprenditore agricolo di Castel Bolognese, Domenico. Martini, è fra i proprietari. che saranno espropriati

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Sono ventidue (dieci nel territorio di Solarolo e dodici in quello di Castel Bolognese) le aree soggette a esproprio, in parte solo per occupazione temporanea, la gran parte con occupazione permanente, in relazione ai lavori per la quarta corsia dell’A 14 e per la costruzione del casello di Solarolo-Castel Bolognese. I proprietari sono sedici, fra persone fisiche, enti (come la Provincia) o aziende agricole come la Romana Fruges srl di Alfonsine. Tutta la campagna della zona (fra le parrocchie del Borello e di Castelnuovo) è soggetta a coltivazione intensiva di frutta e pertanto gli espropri colpiranno grosse fette di campi occupati perlopiù da peschi e prugni, oltre a qualche fabbricato. Domenico Martini è fra i proprietari che saranno espropriati. È titolare di una grossa azienda agricola in via Biasotta del Cane a Castel Bolognese, che produce frutta. Nel 2013 e nel 2014 presentò due ricorsi al Tar per contestare la scelta della società Autostrade per l’Italia di costruire il casello sul versante castellano dell’A 14 anziché sul versante di Solarolo dove, secondo lui, avrebbe provocato minori danni all’agricoltura e avrebbe anche avuto più ampio spazio da utilizzare.

"Non c’è stato nulla da fare e ho perso entrambi i ricorsi. Non sono contro il progresso, ritengo necessario migliorare i collegamenti stradali, il casello è importante: la mia voleva essere un’azione che salvaguardasse le nostre attività. Pazienza". La decisione del Tar è dell’agosto del 2018 e non c’è stato appello. Martini è sorpreso nel sentire che ormai si è verso l’avvio dei lavori. "Quanti anni sono che se ne parla, venti? Più o meno. Ma quello che so l’ho desunto dagli incartamenti depositati in Comune, la società Autostrade non si è mai fatta viva. Anzi visti anche gli anni trascorsi dopo i ricorsi, quasi pensavo che la cosa fosse finita nel dimenticatoio…". Intanto Martini non ha avuto contatti con la società Autostrade per gli indennizzi: "Nessuno si è mai presentato qui né mi ha notificato qualcosa. Quel che so degli espropri finora l’ho saputo dai documenti a suo tempo pubblicati. In più so solo che nei campi verso l’autostrada sono state installate apparecchiature per i rilevamenti dei rumori e dell’inquinamento ambientale dovuto al traffico. Mi è stato detto che resteranno installate per tutta la durata dei lavori". La proprietà di Martini verrà intaccata per "seisette ettari, tutti coltivati a frutta. Peccato! Certo, questo degli espropri per l’autostrada è un problema particolare, che riguarda solo alcuni, ma è pur sempre un problema che colpisce noi imprenditori agricoli che di problemi ne abbiamo a non finire: la manodopera che manca, i trattamenti contro le cimici contingentati, il costo dell’acqua che aumenta, il gasolio alle stelle...".

c.r.