Pesci alieni venuti dai Tropici, dal serra al granchio blu: l’invasione dei predatori

I nuovi inquilini dei fondali minano la sopravvivenza delle specie autoctone. Cinque ragazze lanciano il progetto BluEat: "Inseriamoli nella catena alimentare". Da Roma la campagna ’Attenti a quei 4’: nelle acque del sud nuovi ’marziani’

Il granchio blu

Il granchio blu

Ravenna, 3 agosto 2022 - Cambia il mare e arrivano nuove specie tropicali. Hanno nomi curiosi, ma da alcune è meglio stare alla larga. Da anni sono segnalate specie aliene giunte nel mare Mediterraneo grazie all’allargamento del canale di Suez. Quattro di queste, il pesce palla maculato, il pesce scorpione, il pesce coniglio scuro e il pesce coniglio striato, sono arrivate dal mar Rosso e sono state segnalate a oggi nei mari della Sicilia. Per le spine, i denti e le tossine che portano con sé è bene trattarle con prudenza, tanto che l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e l’istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim) hanno lanciato la campagna "Attenti a quei 4!".

Alice Pari, Carlotta Santolini, Matilda Banchetti, Ilaria Cappuccini e Giulia Ricci
Alice Pari, Carlotta Santolini, Matilda Banchetti, Ilaria Cappuccini e Giulia Ricci

Specie aliene negli ultimi anni stanno sempre più occupando anche il mare Adriatico. Un processo iniziato decenni fa con l’arrivo della vongola verace, di origine filippina. Ad avere portato nuove specie sono state le grandi imbarcazioni che arrivavano nei porti dell’alto Adriatico piene di acqua di sentina, per poi liberarsene e immagazzinare idrocarburi. Negli ultimi anni la proliferazione di specie aliene è aumentata, segnala Sauro Pari, presidente della Fondazione cetacea, segno che "stanno cambiando anche le condizioni meteomarine, consentendo alle nuove specie di trovare un ambiente in grado di accoglierle". A far compagnia alla vongola verace sono arrivati il pesce serra e il barracuda. Più recenti la tartaruga liuto e le noci di mare, delle meduse che si presentano in formazione gelatinosa. Nel delta del Po prolifera anche il granchio blu, vorace e senza rivali. A soffrire sono invece lo sgombro e la sardina, oggi molto più difficili da pescare. In difficoltà anche i delfini. "Se li vediamo sempre più vicini alla costa e nel Delta, è perché hanno fame. La pescosità in Adriatico sta diminuendo e i delfini ne soffrono", spiega Pari. A rischio le tartarughe Caretta Caretta a causa delle catture accidentali, e per la plastica delle reti nella quale restano avvinghiate. Stessi problemi per i delfini e gli squali, come il palombo, per i quali era stata Legambiente a lanciare l’allarme. Il proliferare di specie aliene, spesso senza predatori naturali nel nuovo ecosistema, mette a rischio la presenza di quelle autoctone.

Ma a Rimini c’è chi è convinto che un un predatore vada trovato, e debba essere il più grande in natura: l’uomo. Mariscadoras è una società composta da cinque ragazze. Si chiamano Alice Pari, Carlotta Santolini, Matilda Banchetti, Ilaria Cappuccini e Giulia Ricci. Il loro progetto, BluEat, vuole portare il granchio blu in tavola. "L’idea – racconta Alice Pari – ci è venuta confrontandoci con i pescatori, arrabbiati perché nelle nasse catturavano tanti granchi blu, che poi rilasciavano, e poco altro. Peraltro è una specie abbastanza aggressiva e nuota bene creando qualche problema a chi fa il bagno, ovvero ai turisti". BluEat ha un obiettivo: inserire le specie aliene nella catena alimentare. "Saranno sempre più presenti nel nostro mare, ma oggi stanno mettendo in pericolo la sopravvivenza delle specie autoctone e il lavoro di tante persone che vivono con la pesca".