Pié, dopo un secolo il fuoco si è spento Cessano le pubblicazioni

Il 2020 sarà ricordato in futuro per la chiusura della Pié, la più antica rivista di cultura romagnola. Sotto la teglia della Piè, infatti, le braci che per cent’anni hanno garantito la sua fragranza sono diventate cenere inerte. Povera Piè, verrebbe da dire, costretta proprio nell’anno del suo centenario a entrare nel novero delle riviste ’spente’. Con questo termine, infatti, vengono indicate nelle biblioteche le riviste che non escono più. Il primo numero uscì nel gennaio del 1920 e la rivista uscì puntuale fino al numero 3 del 1933 quando, come scrive Mambelli venne chiusa per "sopruso prefettizio e federale, per non avere voluto il direttore adeguarsi al regime, né descriverne le opere, né aggiungere al normale l’anno fascista, né accettare un premio dall’Accademia d’Italia proposto da Alfredo Panzini".

Avrebbe ripreso le pubblicazioni dopo tredici anni, nel gennaio del 1946. La Pié è legata soprattutto al nome di Aldo Spallicci (Spaldo), che praticamente ne fu il fondatore, ma non vanno dimenticati Antonio Beltramelli, Francesco Balilla Pratella e Luciano De Nardis che collaborarono con lui alla sua ’confezione’. Successivamente entrarono nella redazione Natale Graziani e Antonio Mambelli. La rivista si è sempre distinta per le sue copertine incise a colori da artisti romagnoli fra i quali primeggiò Giannetto Malmerendi.

In tempi recenti la rivista fu curata con grande passione da Umberto Foschi e dopo la sua scomparsa la gestione passò ad Antonio Castronuovo che pur fra mille difficoltà ha garantito l’uscita della rivista per quindici anni. Nell’ultimo numero Castronuovo si è congedato dai lettori con queste parole: "Tutto cominciò subito a scorrere dolcemente, come se la rivista fosse spinta da una forza invisibile. Era la forza della storia, quella con la esse maiuscola. Ecco, è stata la sensazione più bella di questi quindici anni: non sentirsi soli, ma sorretti da una mite e benevola energia".

Questo ultimo numero della Pié sarà davvero l’ultimo? Ci sarà qualcuno che riaccenderà le braci che ora dormono sotto la cenere per spargere ancora la sua fragranza? Dice Castronuovo che gli eredi di Spallicci hanno fatto sapere di "essere certi che l’avventura della rivista continuerà". Tutti ce lo auguriamo. Per ora, purtroppo, prendiamo atto di questa chiusura non prima però di avervi passato questa curiosa considerazione: la Pié fu fondata da Aldo Spallici, che era medico, ma anche Antonio Castronuovo è medico. Auguriamoci che un terzo medico ridia vita e linfa alle sue pagine.

Franco Gàbici