In alcune zone alluvionate del Comune di Ravenna di fatto sarà impossibile realizzare un capannone o spostare un’abitazione. Chi è dentro il "reticolo blu" tracciato sul Pug di fatto subisce limitazioni importanti al proprio diritto di edificare. "L’alluvione è stato un evento eccezionale causato anche da una scarsa manutenzione del territorio. Non stiamo parlando di case sul greto di un fiume ma di situazioni molto più normali che vanno valutate caso per caso". Mauro Mambelli, presidente di Confcommercio Ravenna, interviene, con preoccupazione, sui limiti urbanistici che stanno arrivando sul territorio ravennate. Ma andiamo con ordine. La Regione Emilia-Romagna ha adottato il Piano Speciale preliminare sulle situazioni di dissesto idrogeologico che coinvolge in maniera importante anche il territorio del Comune di Ravenna. Questo significa che il piano ripropone una situazione del territorio del Comune di Ravenna dove le aree soggette ad alluvione sono state retinate di colore azzurro, e questo comporta importanti limitazioni sulla possibilità di poter edificare ex novo immobili, di poterli demolire e riedificare, di poter effettuare ristrutturazioni o ampliamenti. Sono consentiti solo semplici manutenzioni ordinarie. Per Mauro Mambelli il Piano Speciale preliminare sulle situazioni di dissesto idrogeologico avrà forti ripercussioni sul piano urbanistico generale.
"Facciamo un esempio reale", continua Mambelli: "un imprenditore agricolo al centro delle aree limitate con campitura azzurra non può edificare ex novo la propria abitazione e potrà effettuare solo manutenzione ordinaria sull’esistente e non potrà detrarre il 50% delle spese e l’Iva applicata sarà al 22% e non quella agevolata al 10%".
Il Piano Speciale si incastrerà col Pug (Piano urbanistico generale) del Comune di Ravenna. Questo farà sì che le aree che sono oggi edificabili sulla base del Rue (Regolamento urbanistico edilizio) saranno di fatto rese inedificabili dal Piano Speciale sul Dissesto Idrogeologico approvato dalla Regione. Nel frattempo l’iter di approvazione del Piano preliminare sul dissesto ha "congelato in salvaguardia" i progetti già in istruttoria o in fase di presentazione e dunque, questi progetti, molto probabilmente non vedranno mai la luce, oggi per il Piano preliminare, domani perché non più in linea con il Pug. "Ne consegue – spiega Mambelli – quindi che, salvo modifiche, con la approvazione del Pug, resteranno inedificabili vaste aree provocando danni enormi e contenzioso con le amministrazioni locali. E questo solo perché si sono alluvionate una volta nei secoli e, da ultimo, non solo per la quantità di acqua caduta ma per la scarsa manutenzione del territorio, dei canali e dei fiumi che erano diventati foreste".
Giorgio Costa