Dal 1992, ad ogni primavera i Comuni sono tenuti per legge a piantare un albero per ogni bambino nato nell’anno precedente. Una misura che ricalca una tradizione romagnola che, alla nascita di un figlio o figlia, imponeva di piantare un albero da frutto vicino a casa: un pero, un melo, un giuggiolo, un ciliegio, un fico ... La vita dell’albero s’identificava con quella del bambino: "I crèsceva insém" (Crescevano insieme). I primi frutti maturati venivano venduti dal padre che metteva il ricavato da parte per il figlio. Crescendo, sia l’albero che il bambino, questi prendeva un pezzo di pane, saliva sulla pianta e mangiava pane e frutta che, maturata sull’albero, aveva sapori oggi sconosciuti in quanto viene raccolta in anticipo.
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