Carabiniere soffocato e ucciso, riesumazione del cadavere il 25 luglio

L'incarico per stabilire le cause della morte di Pier Paolo Minguzzi, 21enne di Alfonsine, è stato affidato al medico legale Giovanni Pierucci e al genetista Carlo Previderè

Carabiniere soffocato e ucciso, riesumazione del cadavere il 25 luglio

Carabiniere soffocato e ucciso, riesumazione del cadavere il 25 luglio

Ravenna, 10 luglio 2018 - Di prima mattina la squadra Mobile si recherà nella cappelletta del cimitero di Alfonsine per il prelievo del feretro. Poi dalle 13 i resti verranno analizzati all'istituto di medicina legale di Pavia. Verrà riesumato il 25 luglio prossimo il corpo di Pier Paolo Minguzzi, il 21enne di Alfonsine, studente universitario, rampollo di una famiglia di imprenditori del posto e carabiniere di leva sequestrato il 21 aprile del 1987 mentre stava rincasando e ucciso quasi subito dai suoi rapitori. In mattinata in procura a Ravenna l'incarico per stabilire le cause della morte del ragazzo e analizzare eventuali profili di Dna sui resti, è stato affidato al medico legale Giovanni Pierucci e al genetista Carlo Previderè.

L'indagine della polizia, coordinata dai Pm Alessandro Mancini e Marilù Gattelli, vede tre persone sotto accusa in concorso per sequestro di persona, omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Si tratta di un 54enne di origine siciliana ma da tempo residente a Pavia; di un 55enne di Ascoli Piceno e come il primo all'epoca dei fatti carabiniere ad Alfonsine; e di un idraulico 62enne di Alfonsine. Quest'ultimo si è già detto disponibile a un prelievo di tampone salivare per eventuale comparazione genetica.

Minguzzi, rapito verso l’una di notte, fu condotto in una stalla abbandonata di Vaccolino, nel Ferrarese, dove venne soffocato per poi essere gettato nel vicino Po di Volano dopo essere stato legato a una massiccia grata sradicata proprio dal casolare. Il suo corpo riaffiorò la mattina del  primo maggio. I tre ora indagati, erano stati tutti coinvolti (con condanne passate in giudicato) nel caso della tentata estorsione, organizzata giusto qualche mese dopo il sequestro del 21enne, a un altro imprenditore di Alfonsine (Contarini) che come la famiglia Minguzzi operava nel settore dell'ortofrutta. Un contesto nel quale fu ucciso un carabiniere 23enne originario del Mezzogiorno ma in servizio nel Ravennate che la notte del 13 luglio 1987 si trovava appostato per sorprendere i malviventi durante la consegna del danaro: 300 milioni di lire, somma identica a quella chiesta per il 21enne.