Le due precedenti gestioni, sia la ravennate Andromeda srl, che la milanese Hadp22, hanno chiesto la revoca del sequestro giudiziario scattato il 20 marzo scorzo sul compendio aziendale della nota discoteca Pineta di Milano Marittima. La richiesta è stata presentata in ragione della sentenza con la quale la corte d’appello di Bologna nei giorni scorsi, in seguito a specifico reclamo, ha revocato la decisione con cui il 4 dicembre scorso il tribunale di Ravenna aveva dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale per Andromeda.
Come indicato dalla corte bolognese presieduta dal giudice Anna De Cristofaro, “risulta documentato che la cancelleria del tribunale di Ravenna abbia provveduto a notificare il solo provvedimento di convocazione del debitore e non il ricorso“. Insomma, una notifica che “deve considerarsi nulla in quanto, non consentendo alla società debitrice di conoscere il nominativo del ricorrente e il contenuto dell’istanza, ha violato il diritto di difesa“.
Il giudice Piervittorio Farinella, che aveva avvallato la richiesta di sequestro, ha già dichiarato inammissibile l’istanza di sequestro avanzata da Hdp22 in quanto la stessa società aveva già proposto un reclamo in materia: e quindi tutto è già passato nelle mani del collegio del tribunale il quale peraltro aveva pure fissato udienza a giorni. Resta pendente ancora la richiesta di dissequestro proposta da Andromeda. Ma in ogni caso, sulla questione aleggiano altre incognite: ovvero il curatore nominato dal tribunale per Andromeda, il commercialista ravennate Claudio Colatorti, per legge rimarrà tale, anche se con soli compiti di vigilanza, fino a che la sentenza del reclamo bolognese non passerà in giudicato: ovvero 30 giorni, salvo ricorso in Cassazione: il che farebbe slittare il tutto ancora in avanti. Nel frattempo non è escluso che qualche creditore (vedi l’Agenzia delle Entrate o Moët Hennessy Italia spa, colosso del settore degli alcolici di lusso che aveva presentato la richiesta di fallimento) o che la procura di Ravenna possano farsi avanti con una nuova istanza di liquidazione giudiziale.
Certo, una situazione che appare decisamente intricata dal punto di vista tecnico-giuridico. Non a caso in molti si sono domandati quali ripercussioni, almeno sulla carta, potrebbe avere la nuova gestione Manta, società legata al noto stilista fiorentino Roberto Cavalli che ha già iniziato con il nuovo corso del Pineta. Un primo esame dell’evoluzione dei fatti porta a una riposta abbastanza sintetica: poche o nessuna. La società ha infatti raggiunto un accordo privato con la proprietà dei muri, la Romagna srl, in seguito allo sfratto per morosità (142 mila euro legato a varie mensilità non pagate) al quale la precedente gestione del Pineta non si era opposta. Insomma: lì la discoteca - qualsiasi nome abbia - è destinata a rimanere con Manta. In quanto al ramo d’azienda Pineta, comprende anche vari arredi per i quali immaginiamo - sempre nello scenario teorico di un ritorno di Andromeda o di Hdp22 - non sarà difficile trovare un accordo economico.
Del resto la cessione tra Andromeda, che fino al 22 marzo 2022 aveva gestito il Pineta, e Hdp22 era avvenuta per poco più di 47 mila euro in quota contanti. Ma era stato proprio quel contratto (non saldato al 31 dicembre scorso) che aveva alimentato buona parte della richiesta del sequestro nell’ambito di una liquidazione giudiziale - che al momento non c’è più - legata a un debito stimato in circa 1,5 milioni di euro.
Andrea Colombari