Pineta, quattro indagati per fatture false

Chiesto il rinvio a giudizio per l’amministratore di fatto e tre legali rappresentanti. Aperto un secondo fronte su 2,2 milioni: "È nero"

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di Andrea Colombari

Le due società hanno nomi che ai più non suggeriscono nulla: Andromeda e Luce. Ma dietro c’è un marchio ben più famoso della riviera cervese e non solo: la discoteca Pineta. Proprio così: si tratta delle srl in passato legate alla gestione del celeberrimo locale. Ecco spiegato il contesto dell’indagine della guardia di Finanza che di recente ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per quattro persone.

L’ipotesi di reato in concorso per tutti – anche se per cifre differenti - è quella di avere emesso (o usato) fatture per operazioni inesistenti per un totale di circa 450 mila euro di imponibile. Questo ha consentito a chi ne ha beneficiato, di potere indicare elementi passivi inesistenti nei bilanci e di conseguenza di dare un bel taglio alle tasse.

Il principale accusato, secondo la ricostruzione della procura, è Marco Amadori, 41enne di origine aretina residente a Cervia e inquadrato dall’accusa come amministratore di fatto delle società (è difeso dall’avvocato Andrea Santini). Gli altri tre sarebbero, sempre in tesi d’accusa, cosiddette teste di legno più o meno consapevoli di quanto accadeva nelle società in ragione del ruolo di legali rappresentanti ricoperto per periodi variabili di tempo (sono di Cervia, Classe e Arezzo e, oltre che dall’avvocato Santini, sono difesi dagli avvocati Luca Roda e Massimo Martini).

Per tutti nei giorni scorsi l’udienza preliminare è stata fissata per fine novembre davanti al gip forlivese Giorgio Di Giorgio. La competenza è di Forlì (pm Francesca Rago) per via di un aspetto tecnico marginale: la sede legale delle srl al tempo si trovava a Cesena sebbene il centro d’interesse fosse la nota discoteca di Milano Marittima. E tutto è partito a febbraio 2020 proprio da un accertamento fiscale sul locale compiuto dai finanzieri della tenenza di Cervia.

Del resto ai militari non era sfuggito un aspetto diciamo singolare: mancava un’intera dichiarazione dei redditi, quella del 2017. Gli occhi degli inquirenti sono presto scivolati su alcune fatture di cospicuo importo tra Andromeda, in quel momento legata alla gestione del locale, e Luce, la srl che in precedenza aveva appunto gestito il Pineta. Tutte emesse al 31 dicembre del 2015 e del 2016 e del valore di circa 150 mila euro l’una. In particolare ve n’erano due da Luce ad Andromeda, per arredi. E una da Andromeda a Luce, per la locazione.

I vari legali rappresentanti, subiti sentiti a verbale, non hanno saputo indicare la natura delle operazioni né la formula dell’eventuale pagamento: come se insomma fossero stati tenuti all’oscuro delle movimentazioni societarie (da qui l’ipotesi che si tratti di teste di legno). Dalle successive verifiche contabili è emerso che le tre fatture non erano state inserite negli appositi registri e tuttavia erano state contabilizzate di modo che i costi erano stati dedotti dal reddito imponibile. Eppure a fronte di somme rilevanti – continua l’accusa – non risultava alcun tipo di pagamento tracciabile: né in contabilità né da conti correnti bancari.

L’ipotesi che potesse trattarsi proprio di fatture per operazioni inesistenti compilate ad arte, ha preso ulteriore consistenza davanti a un errore macroscopico lasciato inalterato: ’Millano Marittima’. Sì, scritto con due elle. Un refuso evidente che però è rimasto impresso nelle fatture sebbene di due società differenti: insomma, come se dietro ci fosse stata la stessa mano. Un quadro di fronte al quale a inizio di quest’anno è scattato un sequestro preventivo sui conti correnti societari e personali da 150 mila euro di cui 40 mila quelli recuperati.

Ma le grane per il Pineta non sono finite qui. Perché durante gli stessi accertamenti delle Fiamme Gialle cervesi, è stato ricostruito il possibile volume d’affari del locale. Un’attività di polizia tributaria che ha consentito di contestare qualcosa come 2,2 milioni di euro incassati in nero in cinque anni di attività tra ingressi, tavoli, bevande e altro. Per ora la competenza è solo dell’agenzia delle Entrate (di Forlì per la ragione che già conosciamo); tuttavia vista l’entità della cifra non si può escludere che possa presto venire aperto anche un ulteriore fronte penale. I diretti interessati, se lo riterranno opportuno, avranno naturalmente modo di fornire la loro versione dei fatti sia davanti alla giustizia penale che a quella tributaria per respingere tutti gli addebiti.

In quanto al Pineta, Andromeda ha più di recente ceduto come si suol dire il ramo d’azienda a una società a lei legata: la Hdp22 con sede a Milano.