REDAZIONE RAVENNA

Plastiche nella pialassa. Assolto imprenditore. Niente processo per gli altri

Il giudice ha pronunciato un non luogo a procedere per sette fra aziende, amministratori ed Hera. Scagionati due imputati dopo il rito abbreviato.

Le plastiche secondo la Procura avevano contaminato la pialassa Piomboni

Le plastiche secondo la Procura avevano contaminato la pialassa Piomboni

Il giudice Cristiano Coiro ha assolto un imprenditore e l’azienda di logistica e stoccaggio materiali da lui amministrata al termine del rito abbreviato, mentre ha pronunciato un non luogo a procedere per altri sette imputati tra imprenditori e aziende portuali di logistica, stoccaggio materiali e spedizioni, Hera Spa e il responsabile della rete fognaria e della depurazione, al termine dell’udienza predibattimentale. Due stralci per due riti distinti ma le stesse accuse mosse dalla Procura di Ravenna, rappresentata ieri in udienza dal Vpo Katia Ravaioli, e riguardanti reati ambientali previsti dal Testo Unico sull’Ambiente, tra cui la gestione non autorizzata di rifiuti, l’abbandono illecito e il deterioramento delle acque, del suolo e del sottosuolo. Al centro del procedimento vi era il presunto smaltimento illecito di granuli di materiale plastico misto per imballaggi, che sarebbero stati dispersi durante la movimentazione e lo stoccaggio dei sacchi industriali “bigbags”.

Secondo l’accusa, in base agli accertamenti compiuti da Arpae, tra il 2019 e il 2020, ogni azienda aveva disperso quantitativi di plastica compresi tra una tonnellata e mezza e otto tonnellate. I granuli, defluendo attraverso le caditoie per la raccolta delle acque meteoriche presenti nei piazzali aziendali, sarebbero finiti nelle acque superficiali pubbliche, contaminando la Pialassa Piomboni di Marina di Ravenna, un’area protetta e sito di interesse comunitario appartenente alla rete Natura 2000, e per questo sottoposta a vincolo paesaggistico. L’inquinamento avrebbe compromesso o deteriorato le acque, ma anche porzioni estese di suolo e sottosuolo, causando danni all’ecosistema e alla biodiversità locale, in quanto i granuli di plastica possono rimanere nell’ambiente per centinaia di anni ed essere ingeriti da uccelli e pesci. Inoltre, la loro composizione chimica li rende capaci di contaminare anche la flora, aggravando il danno ambientale. Tali particelle, trasportate dalle acque, possono accumularsi nel suolo e nelle falde, compromettendo gli ecosistemi locali e aumentando il rischio di contaminazione delle risorse idriche. Hera, secondo la Procura, aveva omesso di adottare accorgimenti tecnici idonei a trattenere tali materiali, consentendo così il loro recapito in zone di protezione speciale. Le aziende e la multiservizi, dal canto loro, avrebbero tratto un vantaggio economico, risparmiando sui costi di pulizia dei piazzali e del trattamento delle acque reflue, non installando impianti idonei alla filtrazione delle microplastiche. Durante l’udienza predibattimentale di ieri a rappresentare gli imputati sono stati gli avvocati Filippo Bianchini, Alessandro Vasi, Ernesto Monteverde, Stefano Pellegrini e Guido Aldo Carlo Camera sostituito da una collega. Per il rito abbreviato erano presenti gli avvocati Alessandro Cavallari e Cecilia Romani. Durante quest’ultimo è stato sentito l’imprenditore amministratore dell’azienda ravennate di logistica e stoccaggio, che sono stati assolti. Per gli altri imputati il giudice ha pronunciato non luogo a procedere.

m.m.