Poggiali, l’ultimo processo "Materiale sottratto dalle case per anziani"

L’accusa: "Ecco le chat che inguaia l’ex infermiera e una sua familiare". L’imputazione è di peculato in concorso in una struttura di Alfonsine. .

Poggiali, l’ultimo processo  "Materiale sottratto  dalle case per anziani"

Poggiali, l’ultimo processo "Materiale sottratto dalle case per anziani"

Si potrà usare nel corso del processo il materiale recuperato dagli inquirenti attraverso il cellulare della prima imputata. Particolare non certo secondario visto lì dentro c’erano i messaggi che hanno alimentato l’imputazione: il peculato in concorso. E ieri mattina, in apertura di dibattimento, il collegio penale presieduto dal giudice Cecilia Calandra, ha respinto l’istanza di inutilizzabilità proposta dalle difese di fatto proiettando il processo nella sua fase più calda. Alla sbarra ci sono Daniela Poggiali, 50enne ex infermiera dell’ospedale di Lugo per la quale, dopo il recente passaggio in giudicato dell’assoluzione per la morte di una sua paziente, la 78enne Rosa Calderoni di Russi, questo rappresenta l’ultimo processo pendente. E una familiare 53enne, al tempo dei fatti contestati operatrice socio-sanitaria per conto di una cooperativa in una casa di riposo di Alfonsine.

Secondo l’accusa (pm Angela Scorza), su insistenza della prima, la seconda tra settembre e dicembre 2020 aveva sottratto diverso materiale dalla struttura peraltro accreditata al servizio sanitario nazionale. Le difese – avvocati Lorenzo Valgimigli, Gaetano Insolera, Alessandro Gamberini e Alice Rondinini – già in udienza preliminare avevano chiesto il non luogo a procedere sostenendo tra le altre cose di avere risarcito ogni tipo di danno. L’indagine era partita quando gli inquirenti alla vigilia del Natale 2020 erano andati a casa della Poggiali per notificarle la custodia cautelare in carcere scattata dopo la condanna a 30 anni per la morte di un suo paziente, il 94enne di Conselice Massimo Montanari (l’ex infermiera era stata poi assolta e scarcerata in appello nell’ottobre 2021, con assoluzione passata in giudicato nel marzo 2022). Il primo dei testi a parlare – un operatore di polizia giudiziaria in forza all’Arma -, è partito proprio da quel 24 dicembre e dal sequestro del cellulare con conseguente estrapolazione di alcune conversazioni tra la Poggiali e la co-imputata. Nella chat del 28 ottobre, la 50enne chiedeva alla 53enne "garze sterili"". E quest’ultima rispondeva: "Ne prenderò un paio dai carrelli delle medicazioni in attesa della fornitura". Daniela chiedeva anche "due cateteri vescicali in silicone". In un’altra chat, la Poggiali chiedeva "com’è andata la notte", e l’altra rispondeva:"Movimentata perché i vecchi si pastrocchiano". Il consiglio era stato di usare "nastro adesivo e lo togli al mattino". Singolare la chat nella quale la co-imputata aveva raccontato questo episodio:"Dopo pausa è morta un’anziana, ricevuta richiesta da infermiera di fasciarla a lisca di pesce, io e” un collega "ne abbiamo fatto una mummia", un messaggio seguito "da risata compiacente". In quanto al materiale, il teste ha riferito di questo messaggio della 53enne: “Ho fatto la spesa”. Un quadro, per l’accusa, confermato al netto del materiale trovato in tre perquisizioni.