Preso barista-spacciatore: arrestato a Carraie

Con più di un etto di marijuana e 8200 euro: bloccato dai carabinieri. Per il giudice anche se incensurato era inserito in un giro di non poco conto.

Preso barista-spacciatore  Arrestato a Carraie

Preso barista-spacciatore Arrestato a Carraie

I carabinieri della Stazione di San Pietro in Vincoli, assieme ai colleghi della caserma di Filetto, lo hanno controllato domenica mattina davanti a un bar di Carraie. E quando hanno scoperto che in tasca aveva un po’ di marijuana, hanno deciso di approfondire il controllo nella sua abitazione. Una volta qui, oltre al resto della droga per un totale di quasi 120 grammi di marijuana, hanno recuperato più di 8.200 euro in contanti. Una mole di danaro che ha fatto supporre un giro decisamente cospicuo anche in ragione di una ulteriore circostanza: i militari hanno recuperato più di 40 sacchetti di cellophane vuoti dello stesso tipo di quelli usati per confezionare lo stupefacente. Un quadro costato l’arresto in flagranza per detenzione di droga ai fini di spaccio a Kiril Toshev Kuntsev, 26enne di origine bulgara, residente a Carraie, barista a Pinarella di Cervia e finora incensurato. Ad arricchire il quadro probatorio, anche le sommarie informazioni rese da un italiano presumibilmente cliente del 26enne: questi ha riferito in buona sostanza di essersi rivolto in una decina di occasioni tra il gennaio 2022 e il giugno 2023 al barista ora arrestato.

Dopo una notte trascorsa in una cella di sicurezza dell’Arma così come disposto dal pm di turno Marilù Gattelli, ieri mattina il giovane - difeso dall’avvocato Martin Benini - davanti al giudice Antonella Guidomei e al viceprocuratore onorario Adolfo Fabiani si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice, dopo avere convalidato l’arresto obbligatorio, ha applicato la custodia cautelare ai domiciliari per via del delineato pericolo concreto e attuale di reiterazione del reato.

In particolare il giudice ha rilevato che lo stupefacente non era verosimilmente destinato a uso personale ma allo spaccio a terzi: una considerazione questa avvalorata dal ritrovamento del gruzzoletto. Inoltre - ha proseguito il giudice - il quadro lascia presupporre che non si sia trattato di un’attività occasionale ma di un segno circa l’inserimento in un contesto criminale definito non comune. Ovvero sebbene giovane e senza precedenti, il 26enne avrebbe dato dimostrazione della capacità di inserirsi in un circuito di non poco conto. Infine dato che ha scelto di non parlare, pur percorrendo una decisione legittima non ha fornito altri elementi di valutazione diversi da quelli emersi. Toccherà ora ai carabinieri di San Pietro in Vincoli controllare la sua permanenza in casa. Il processo è stato fissato per il 12 settembre.