Prezzi alle stelle, colpa della speculazione L’Ucraina non c’entra

di Rosella Barboni

Tutti noi consumatori ormai sappiamo che i prezzi all’ingrosso di molte materie prime sono diminuiti, energia e carburanti in primis, ma anche grano, latte e alcuni metalli, ma al dettaglio non si registrano riduzioni, se non per carburanti ed energia (questi prezzi però sono regolamentati, anche se i cali vengono recepiti in bolletta con ritardo). I beni di largo consumo, soprattutto gli alimentari, ma non solo, continuano ad aumentare, registrando incrementi di oltre il 2030%. Allo scoppio della guerra in Ucraina il prezzo dell’olio di girasole triplicò immediatamente, ma si trattava di olio prodotto almeno un anno prima e giacente nei magazzini in Italia da mesi! Se questa non è speculazione... Stessa sorte è toccata alla pasta.

Il timore per il grano ucraino ha spinto in alto i prezzi del grano con conseguente incremento dei prezzi al dettaglio, a volte anche oltre il 100%, di pasta, pane e derivati, anche di quelli pubblicizzati come prodotti di solo grano italiano! Da mesi il prezzo del grano è drasticamente diminuito, ma non si registrano cali dei prezzi al dettaglio. Chi mantiene i prezzi così elevati, la produzione o la rete commerciale? Ci sono diversi enti ed autorità preposti al controllo dei prezzi, ma, se anche li hanno effettuati i controlli, non sembra che abbiano ottenuto risultati.

A questo punto ci possiamo porre una domanda: Noi, piccoli consumatori, possiamo fare qualcosa?

Un esperto, esaminando questo problema, ha affermato che è il mercato che regola i prezzi, che restano alti perché alta è la domanda. La soluzione sarebbe, quindi, di diminuire la domanda? Noi consumatori dovremmo comprare meno?

Uno sciopero degli acquisti potrebbe essere un’idea? Lo dico sorridendo, ma la situazione è difficile e per molte famiglie pesantissima. Dobbiamo chiedere interventi urgenti, tutti assieme.