"Prima l’alluvione, poi i ladri hanno rubato il poco messo in salvo"

"Prima l’alluvione,  poi i ladri hanno rubato  il poco messo in salvo"

"Prima l’alluvione, poi i ladri hanno rubato il poco messo in salvo"

Quando e con quali risorse potranno ripartire le imprese travolte dalle alluvioni della settimana scorsa? E’ anche per provare a tracciare alcune prime risposte che il presidenze nazionale di Cna Dario Costantini ieri si è recato, insieme agli omologhi regionale e provinciale Paolo Cavini e Flavio Bezzi, nella ‘zona rossa’ di via Silvio Pellico e delle vie limitrofe, dove varie imprese temono di non ripartire. Il ‘modello Marche’ più volte evocato consisterebbe nella messa a disposizione dei territori colpiti di qualcosa come 400 milioni di euro: numeri apparentemente colossali ma dinanzi ai quali è difficile fare proporzioni calate nella realtà delle singole imprese. "Un contributo che spazi fra una quota minima di 5mila euro e una massima di 20mila euro – calcolata in base alle singole esigenze – potrebbe essere un punto di partenza importante per quelle imprese che altrimenti non saprebbero come riprendersi", si ipotizza. Al momento la vita di alcune imprese è semplicemente azzerata, come nel caso della scuola di musica Artistation, di cui son rimaste solo le pareti perimetrali. Poco più in là, anche l’impresa Electro Security di Nerio Ranzi dovrà ripartire da zero o quasi: "gran parte dei materiali è stata distrutta, ed i tempi di attesa per sostituirli sono infiniti. Senza contare che dobbiamo anche trovare in tempi brevi un nuovo magazzino. Come altri, mi domando se convenga ricominciare".

C’è poi chi sarebbe dovuto partire a breve con la sua attività, come Sofia Marchetti, ventenne il cui centro estetico, SM Beauty, in corso Saffi, era pronto per partire. "I materiali erano accatastati a casa di mia sorella, dal momento che nel negozio stavano lavorando i muratori". La casa è però proprio nel cuore della zona rossa. "L’alluvione si è portata via quasi tutto, compreso il parquet del futuro negozio. Quel poco che eravamo riuscite a salvare ci è stato rubato in un momento in cui ci eravamo evidentemente assentate un istante". Un danno quantificabile complessivamente intorno ai 10mila euro, che le rende ora molto difficile ipotizzare un’apertura per il suo centro estetico. "Il fango ha sommerso anche ricevute, documenti contabili, tutto", prosegue Sofia Marchetti. "In questo caso è fondamentale", spiegano i dirigenti Cna, "consentire alle imprese di chiedere risarcimenti anche dietro la presentazione di semplici autocertificazioni".

f.d.