Ravenna, processo Cagnoni, la difesa chiede il trasferimento

L’imputato siede accanto ai suoi legali. In aula il fratello di Giulia Ballestri, Guido

Processo Cagnoni

Processo Cagnoni

Ravenna, 10 ottobre 2017 - Subito schermaglie nel primo giorno del processo a Matteo Cagnoni, il dermatologo accusato di aver ucciso la moglie Giulia Ballestri il 16 settembre di un anno fa, a colpi di bastone, dopo averla attirata in una villa di famiglia disabitata col pretesto di mostrarle un quadro da vendere in vista della separazione già avviata.

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Cagnoni, giacca blu e camicia bianca, siede accanto ai suoi avvocati che come primo atto hanno chiesto l’esclusione dal processo delle parti civili, tranne la famiglia: si tratta del Comune di Ravenna, di Linea Rosa e Unione donne italiane, associazioni attive nella lotta alla violenza di genere. In particolare la difesa ha sottolineato l’impossibilità del Comune di costituirsi parte civile. «Vuole risarcimento come deterrente, sostituendosi alla legge – ha dichiarato l’avvocato  Francesco Dalaiti –, si autoinveste della rappresentatività di interessi già tutelati dalla Procura, cioè lo Stato. In realtà le parti civili non hanno avuto nessun danno diretto».

Nonostante le richieste della difesa, le parti civili sono state ammesse tutte, compresa l'associazione 'Dalla parte dei minori' che il gup aveva escluso.

L'avvocato Giovanni Trombini ha chiesto la legittima suspicione per garantire lo svolgimento regolare del processo altrove: il legale ha dichiarato che a Ravenna non sarebbe possibile per un clima negativo creato contro Cagnoni  dai media locali: dovrà essere la Corte di Cassazione a pronunciarsi. La difesa Cagnoni ha anche chiesto alla Corte d'Assise la sospensione del processo in attesa del pronunciamento della Cassazione: i giudici ravennati hanno però deciso di andare avanti. In ogni caso non potranno emettere sentenza prima che la Cassazione si sia pronunciata sulla legittima suspicione.

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La Corte d’Assise del tribunale di Ravenna è affollata soprattutto di addetti ai lavori, dei famigliari di Giulia in aula c’è solo il fratello Guido, fra il pubblico anche l’assessore del Comune Ouidad Bakkali.