Profughi somali all’ex Sir tra l’immondizia

Il Sigarone ha inghiottito la civiltà a due passi dalla movida ravennate. Problemi di igiene, dignità umana e convivenza

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C’è un buco nero nel centro di Ravenna in grado di inghiottire persone e buoni propositi. I proclami di accoglienza e le più elementari norme di igiene restano fuori: dentro è tutta un’altra storia. Il contesto è quello del ’Sigarone’, fatiscente icona pop della Darsena di città. La mastodontica struttura, da anni affidata alle intemperie e alle colonizzazione dei piccioni, offre riparo da diverse settimane ormai a un gruppo di profughi perlopiù somali. Là dentro sono arrivati a essere una ventina, diversi dei quali titolari di permesso rilasciato per ragioni umanitarie. Si sono acquartierati su guano di piccione, calcinacci e altri rifiuti sparsi e hanno ricavato giacigli di fortuna con materiali recuperati perlopiù sul posto.

C’è chi è riuscito ad assemblare spazi personali - il termine ’casette’ sarebbe improprio, meglio baracche - delimitandoli con reti metalliche e assi di legno per poi ’arredarli’ con sedie di plastica, pallet e materassini imbottiti con vecchie coperte di lana. E chi ancora si è limitato a stendere un tappetino dentro ad alcuni dei tubi in cemento accatastati in fondo al Sigarone: autentici loculi ma decisamente riparati dalle correnti d’aria che sferzano la struttura ormai piagata da buchi e aperture di vario genere. Chi è arrivato a sistemarsi là dentro, lo ha fatto scartando il perimetro del Sigarone verso destra, scavalcando una rete metallica ormai appiattita da continui passaggi e sfruttando una scaletta sistemata apposta per arrivare più agevolmente al livello dell’ingresso, di un oltre metro più in basso rispetto al piano della strada. Ieri mattina verso mezzogiorno nelle piccole baracche non c’era praticamente nessuno. Le scarpe allineate fuori, accanto a generi alimentari e immondizia, testimoniavano però recenti passaggi.

"Io là dentro non ci sono mai entrato - racconta Luca, un giovane che abita da quelle parti -. Di giorno li ho visti bivaccare, ricaricare il cellulare e bere nella piazza davanti alla Darsena Pop up. Una volta il mio cane si mise ad abbaiare vicino alla recinzione e uno di loro uscì e gli sferrò un gran calcio". La storia raccontata da Luca non è isolata: nel quartiere c’è più di una persona che si lamenta, restituendo alla situazione anche un problema di convivenza oltre a quello igienico e di dignità umana. L’ultimo intervento della polizia risale giusto a giovedì notte quando due ospiti del Sigarone si sono affrontati su via Bosi Maramotti con lanciandosi sedie e perfino un divanetto.

Andrea Colombari