ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Prosciugamento della pialassa. Sono 70 i quintali di pesce che andranno portati via

Saranno trasferiti in bacini d’acqua della Regione: un’operazione che costerà al Comune 31mila euro. Proprio la troppa fauna è il motivo per cui è necessario intervenire per scongiurare il rischio botulino.

L’intervento sarà effettuato nella pialassa Baiona dove i due acquitrini presenti verranno prosciugati (foto Zani)

L’intervento sarà effettuato nella pialassa Baiona dove i due acquitrini presenti verranno prosciugati (foto Zani)

Settanta quintali di pesce da traslocare. Sono una buona fetta della fauna che popola il ’Chiaro del Comune’ e il ’Chiaro di Mezzo’ (detto anche ’dei Pescatori), i due acquitrini all’interno della pialassa Baiona che verranno prosciugati per scongiurare il rischio botulino. E il problema è proprio che di fauna, in quella zona, ce n’è troppa. "Il pesce – si legge in una determinazione dirigenziale del Comune – dovrà essere rimosso mediante idonei strumenti di pesca e trasferito in vasche ossigenate messe a disposizione dall’operatore economico. Si dovrà provvedere poi al suo trasporto presso i bacini di acqua dolce presenti nelle vicinanze e indicati dal Servizio Caccia e Pesca della Regione Emilia Romagna". L’operazione ’Salva-pesci’ costerà al Comune 31.110 euro, vedrà al lavoro due imprese del Modenese: l’azienda agricola Riccò di Federico Riccò di Concordia sulla Secchia e La Peschiera srl di Finale Emilia. Non tutti i pesci che si trovano nei due chiari verranno portati via: una parte resteranno. "Per la conservazione dell’ittiofauna presente, i due chiari non verranno completamente asciugati – si legge sempre nel documento di Palazzo Merlato –, ma verrà mantenuta la circolazione dell’acqua nelle fosse perimetrali e occorrerà procedere alla sola rimozione del pesce in eccesso, per un quantitativo stimato in circa 70 quintali nei due chiari".

Le attività di prosciugamento sono in corso dai giorni scorsi allo scopo di ripristinare il corretto equilibrio trofico dell’ecosistema. Nel corso degli anni infatti, complici le alte temperature dovute al cambiamento climatico, si è assistito all’accumulo di nutrienti sui fondali e a un conseguente aumento della fauna ittica, con elevati consumo di ossigeno. Proprio i tanti pesci presenti hanno determinato già nel 2024 fenomeni anossici che, se si dovessero ripresentare, potrebbero mettere a rischio l’ecosistema con la possibile comparsa del botulino. È uno scenario analogo a quello che si era verificato alcuni anni fa nella Valle della Canna e che ora i tecnici vogliono prevenire con l’esposizione all’aria dei fondali, con la loro conseguente ossidazione per circa un mese. Si tratta di un intervento complicato che comporta più operazioni: il prelevamento della fauna ittica, il suo trasporto altrove e il prosciugamento dei due chiari. Gli interventi necessari proseguiranno fino al 20 luglio.