
Quando assistettero a quella scena terribile – un uomo, in auto, che colpiva a pugni una donna – furono le uniche a precipitarsi. Nessun altro, dal bar vicino, avrebbe mosso un dito. Una delle due ragazze è stata sentita l’altro giorno come testimone al processo che vede imputato di lesioni personali aggravate e violenza privata un commerciante di Conselice, tutelato dall’avvocato Renzo Ridolfi. La vittima era la sua ex compagna, con la quale in periodo di Covid continuava a condividere l’alloggio per questioni di contingenza. La stessa, peraltro invalida civile, sarebbe successivamente morta suicida, fatto non collegato ai capi di imputazione del processo.
L’altro giorno, davanti al giudice Federica Lipovscek, e rispondendo alle domande del Pm Francesca Buganè Pedretti, è stata sentita una delle ragazze che per prime accorsero in soccorso della signora. Fatti collocati nella serata del 22 giugno 2021. "Verso le 21.30 – ha spiegato – io e la mia amica sentimmo dal bar le grida di una donna che chiedeva aiuto. C’era un’auto e ci avvicinammo, ma all’inizio non si capiva costa stesse accadendo. Notai che nella macchina c’erano due uomini seduti sui sedili anteriori e una donna in quelli posteriori. Quello al volante, ad un certo punto, si voltò e cominciò a prenderla a pugni. Due, forse tre colpi, mentre lei cercava di aprire la portiera e di uscire. “Non ti vergogni – gli dissi –, stai picchiano una donna“. E lui cosa rispose? Che se lei poteva picchiare lui, lui poteva picchiare lei. Poco dopo quell’uomo scese ed entrò in un negozio. L’amico che era con lui disse di avere provato vergogna, di non c’entrare nulla e si allontanò".
La testimone conosceva la coppia. Lei, in particolare, frequentava lo stesso bar. Quel giorno la ricorda mentre con le mani si proteggeva la testa, in ragione di una patologia che l’aveva costretta a ricorrere a interventi chirurgici. "Dopo quell’episodio, fortunatamente, non li ho più visti insieme. Qualche giorno dopo la incontrammo al bar: ci ringraziò dicendo che eravamo state le uniche ad accorrere in suo aiuto", ha concluso la giovane. Un carabiniere di Conselice, intervenuto subito dopo l’episodio, ha ricordato come inizialmente la vittima non volesse recarsi al pronto soccorso per il timore del Covid, poi cambiò idea (lesioni con prognosi di due giorni) perché decisa a denunciare il suo aggressore.
Lorenzo Priviato