Quando i lidi nord erano tagliati fuori

La chiusura del ponte sul canale Baiona, che necessita di manutenzione, ci riporta a 70 anni fa: Porto Corsini e Casal Borsetti erano isolati

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La chiusura del ponte sul canale Baiona fa tornare indietro di oltre 70 anni le lancette dell’orologio, a quando la via Sinistra d’Alaggio, vale a dire la strada ristrutturata nel dopoguerra dal Genio Civile lungo la sponda sinistra del canale Candiano, terminava alla Pir. Per arrivare a Ravenna, gli abitanti di Porto Corsini dovevano andare a Marina, servendosi della piccola barca che fungeva da traghetto e che collegava le due sponde del canale, e poi percorrere l’unica via D’Alaggio conosciuta come tale, la ‘strada per Marina’.

E ancor peggio erano sistemati gli abitanti di Casal Borsetti, all’epoca un borgo prevalentemente di braccianti dove nel dopoguerra ancora c’erano baracche con il tetto di paglia palustre: l’unico collegamento era lo stradello lungo l’argine del Destra Reno fino a Mandriole e poi la carrabile che portava a Sant’Alberto e a Ravenna. Fu nel 1952 che per iniziativa della Camera di Commercio si pose il problema di costruire in primo luogo una strada di collegamento fra Porto Corsini e Casal Borsetti (fino ad allora c’era uno stradello in mezzo alla pineta). Trovato il finanziamento, a dicembre iniziarono i lavori, terminati nel febbraio del ’56 quando stava nascendo la futura Marina Romea.

Contestualmente si pose il problema del collegamento diretto con Ravenna attraverso un ponte sul canale Baiona, tanto che già nel febbraio del ’53 si era ipotizzata come soluzione quella di un ponte Bailey provvisorio, ma in agosto dello stesso anno Camera di Commercio, Ept e Comune cominciarono a ‘lavorare’ anche sull’ipotesi del ponte in cemento precompresso a un’unica travata di 50 metri, con la partecipazione finanziaria della Ser, la Società Elettrica Romagnola. La Ser infatti gestiva la produzione ed erogazione dell’energia elettrica nella nostra zona e in vista della costruzione della nuova centrale avrebbe utilizzato il ponte come ‘corridoio’ per le sue condotte di acqua calda da raffreddare. Costo dell’opera, 4050 milioni. Nel febbraio del ’54 il consiglio comunale (sindaco era Celso Cicognani) approvò il progetto e venne sottolineato che probabilmente entro il 1955 il ponte sarebbe stata opera compiuta. Oltretutto era il tempo in cui si ipotizzava la costruzione di un nuovo scalo portuale proprio a Porto Corsini, a lato della Baiona, nella pialassa. Ma il ponte in cemento vide la luce solo dopo quasi quattro lustri.

Nell’immediatezza, infatti, furono i privati, vale a dire coloro che stavano costruendo Marina Romea, favoriti dalla Camera di Commercio, a trovare una rapida soluzione sull’onda di quanto già era stato progettato tre anni prima, ovvero l’installazione di un ponte militare Bailey: in breve tempo, nella primavera del 1956, l’opera fu ultimata. Quel ponte, a una sola corsia e con semaforo, ha retto praticamente fino al 1971, salvo una chiusura di setteotto mesi dal dicembre del 1967 per motivi di sicurezza, ovviati poi con lavori e con il divieto di transito di mezzi pesanti, roulottes comprese, transito fisicamente impedito da una trave in ferro a poco più di due metri da terra che tanti mezzi con i conducenti distratti ‘decapitò’. Nell’aprile del 1971 a fianco del Bailey fu installato un ponte di barche, senza limitazione neppure per gli autocarri, così da non interrompere i collegamenti fra Porto Corsini e Ravenna; il ponte provvisorio fu la premessa per l’abbattimento di quello militare e l’avvio dei lavori per costruire finalmente il ponte in cemento, che ora dopo 50 anni ha bisogno di manutenzione.

Carlo Raggi