Quaranta pazienti contattano l’Ausl "Ma il dottor Passarini ci ha vaccinato?"

Fra i 79 Green pass finora sequestrati, figurano anche quelli di due medici ravennati: una psichiatra e un oculista

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Sono 40 in totale, di età e professioni differenti. A legarli, è una sola ma importante circostanza: figurano tra i 294 pazienti vaccinati dal 64enne medico di base Mauro Passarini contro il covid19 fino al 2 novembre scorso. Sono loro ad avere finora risposto all’appello lanciato giovedì scorso dall’Ausl Romagna tramite mail e whatsapp per un prelievo di sangue finalizzato a determinare l’eventuale presenza di anticorpi al covid.

L’esame verrà eseguito già in settimana e sarà indicativo dell’attività da vaccinatore effettivamente svolta dal 64enne arrestato mercoledì sera dalla polizia a Marina di Ravenna, dove abita, con l’accusa di avere ritirato diversi flaconi di vaccini Pfizer per simulare poi la loro somministrazione con l’obbiettivo in realtà di fare ottenere il Green pass a taluni pazienti della galassia no vax provenienti anche da città molto distanti da Ravenna.

Secondo le indagini della squadra Mobile coordinate dal pm Angela Scorza e approdate a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Sabrina Bosi (nella foto a destra), in una circostanza il medico avrebbe pure intascato 1.550 euro per tre Green pass fasulli: e così, oltre che di falso e peculato, deve rispondere pure di corruzione.

Nel corso delle indagini - che hanno finora visto l’audizione di una ventina di persone informate sui fatti - coloro che hanno accettato l’esame degli anticorpi, sono tutti risultati essere negativi, ulteriore elemento considerato dal gip a sostegno dell’ipotesi accusatoria: si tratta di cinque pazienti sulla carta vaccinati con due dosi e di uno con una dose.

Dal faldone emerge intanto che nella lista dei 79 Green pass finiti finora sotto sequestro, oltre a quello di un medico oculista figura pure quello di una psichiatra: situazione della quale l’Ausl è stata naturalmente ragguagliata per potere così procedere con la conseguente richiesta di chiarimenti.

L’indagine era scattata da un esposto del 6 ottobre scorso alla procura di Belluno, città dalla quale il padre no vax di una 12enne aveva portato la figlia fino all’ambulatorio di via Spalato a Marina dal medico ora in carcere. La minore del resto da esami clinici non risultava avere sviluppato alcun anticorpo dopo la vaccinazione: ciò aveva messo in allarme la madre convinta sostenitrice invece del vaccino anti covid-19 e separata da anni dal padre: alla donna era insomma apparso assai strano che dopo il secco rifiuto iniziale, l’uomo avesse improvvisamente cambiato idea percorrendo oltre 300 chilometri per fare vaccinare la figlia e facendolo peraltro di sabato (il 18 settembre) e di domenica (il 17 ottobre per la seconda dose).

E proprio in quest’ultima circostanza, nelle tasche del medico subito dopo la presunta seconda dose inoculata alla minorenne, la polizia aveva trovato 1.550 euro: soldi per l’accusa ricevuti dal padre bellunese per il suo Green pass, per quello della piccola - l’unica per la magistratura totalmente ignara di quanto stesse accadendo - e della compagna.

Nell’indagine risultano finora formalmente indagate tre persone: oltre all’arrestato e al padre arrivato da Belluno, c’è anche un poliziotto vaccinato dal 64enne e che, senza motivo, sarebbe entrato nel sistema informatico della questura dopo avere incontrato il medico all’indomani della perquisizione del 17 ottobre.

Andrea Colombari