Quarantene, i controlli fanno discutere

Critiche di Pigna, Andrea Maestri e Massimo Manzoli al sistema della polizia locale basato sulla geolocalizzazione. Ma il comandante Giacomini replica

I controlli delle persone in quarantena causa Covid attraverso la geolocalizzazione dal cellulare messi in atto dalla Polizia locale, suscitano forte perplessità da parte della Pigna (con Veronica Verlicchi e Paola Pantoli) e di due esponenti politici, che parlano però come semplici cittadini: Andrea Maestri e Massimo Manzoli. Secondo la Pigna il provvedimento comporterebbe la limitazione della libertà e della privacy di ogni cittadino, per Maestri e Manzoli, oltre a queste motivazioni c’è anche un dubbio sulla legittimità del comportamento della Polizia locale che, in questo caso, avrebbe anche bypassato gli organi politici dell’amministrazione pubblica, a partire dal Consiglio comunale. Una prima risposta è arrivata ieri mattina dal comandante della Municipale, Andrea Giacomini, ospite di Agorà su Rai 3. Alla domanda se il provvedimento richiama lo spionaggio del Grande Fratello, Giacomini risponde: "In realtà quella che è stata data è una rappresentazione piuttosto suggestiva di ciò che noi facciamo. L’obiettivo è quello di semplificare la vita agli utenti, già sufficientemente colpiti dal dall’onere della permanenza domiciliare che è un provvedimento dettato dai dipartimenti di salute pubblica e che comporta che le persone positive al Covid o coloro i quali hanno avuto contatti stretti con i positivi debbano rimanere presso il proprio domicilio. La legge assegna, in questo caso, alle polizie municipali l’onere di effettuare il controllo che tradizionalmente viene svolto con come la visita fiscale del malato da parte del medico che va a casa a verificare il rispetto degli orari di permanenza nell’abitazione". Giacomini ha quindi spiegato che al ‘quarantenato’, all’atto del controllo, la Polizia locale offre la possibilità di inviare a un certo numero di cellulare, la propria posizione Gps. Se la posizione viene data, termina il controllo e non c’è alcun tracciamento successivo della posizione. Se la persona in quarantena preferisce non inviare la propria posizione, riceve il controllo presso il domicilio. "Intimare al cittadino ravennate in isolamento fiduciario di geolocalizzarsi via telefono – aveva scritto la Pigna - è una forma di indagine che si pone al di fuori dalle legittime attribuzioni conferite alla Polizia Locale, non giustificabile neppure dall’emergenza epidemiologica in atto". "Riteniamo – hanno invece scritto Manzoli e Maestri - che simile attività, in assenza di una copertura normativa di rango primario (in parole povere, in assenza di una norma di legge che autorizzi espressamente anche in ambito di polizia amministrativa tale modalità – che è utilizzata in ambito giudiziario e quindi in presenza di ipotesi di reato da perseguire), sia radicalmente illegittima".

lo. tazz.