Ravenna, lotta ai questuanti: "Li denunceremo per molestie"

L’iniziativa della municipale contro chi chiede l’elemosina in centro storico. Già venerdì scorso la prima denuncia

La decisione della polizia municipale

La decisione della polizia municipale

Ravenna, 23 aprile 2018 – Si preannunciano tempi duri per i questuanti del centro storico. Niente più accattonaggio molesto: è l’ultima battaglia della polizia municipale, che da venerdì scorso ha dato il via a una serie di interventi per bloccare il fenomeno, diffuso da sempre tra le vie del cuore della città. La prima denuncia c’è già stata venerdì pomeriggio, quando gli agenti hanno fermato un 29enne nigeriano nei pressi di piazza del Popolo. L’uomo è stato portato negli uffici della municipale e qui identificato e poi denunciato sia per soggiorno illegale sul territorio dello Stato e molestie e disturbo in luogo pubblico. Prima del rilascio gli sono stati inoltre sequestrati 32,74 euro, considerati provento dell’attività di questua.

«Cittadini e associazioni di categoria ci avevano fatto presente il problema con lettere, email e segnalazioni – spiega Andrea Giacomini, comandante della polizia municipale – e di sicuro la presenza di questuanti in centro non aiuta il commercio. Al di là delle modalità utilizzate dai soggetti che chiedono l’elemosina, ciò che viene considerato è la percezione di fastidio generale di chi passeggia in strada. Chi vuole aiutare le persone più sfortunate può farlo rivolgendosi ad associazioni che con i loro canali possono arrivare a tanti, e non solo a coloro che hanno effettivamente la forza di andare in giro tutto il giorno a chiedere monetine, accumulando poi anche oltre 50 o 60 euro al giorno: un vero e proprio stipendione. Nei prossimi giorni comunque organizzerò anche alcune sedute di formazione dedicate a questi servizi, soprattutto in favore del personale neo assunto, da cui mi aspetto un deciso contributo».

Già a partire da questi giorni quindi i questuanti in centro saranno identificati e denunciati per molestie e disturbo alle persone nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, un reato punito con l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda fino a 516 euro. In particolare nella denuncia sarà allegata un’annotazione circa l’accertamento della questua: sarà sufficiente un atteggiamento ritenuto inequivocabile, come il vagare senza meta o scrutare i passanti tenendo in mano delle monetine o un cappellino. A quel punto seguirà la perquisizione del questuante e il sequestro dei proventi, che saranno versati, dopo la convalida del pm, sul conto unico giustizia. Sarà quindi fatto un controllo sullo status del soggetto, visto che molti dei questuanti sono stranieri. Nel caso in cui il soggetto fermato si riveli inserito in un progetto Sprar della provincia – ovvero il servizio del Ministero dell’interno che gestisce accoglienza, assistenza e integrazione dei richiedenti asilo a livello locale –, verrà proposta la revoca del beneficio.