Raccolta fondi on line, rivive l’opera di Liverani

La maxi scenografia dipinta nel 1858 sarà nuovamente esposta nell’abside di Santa Maria dell’Angelo per alcuni mesi. Ma servono seimila euro

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Una finestra sull’Ottocento: è quella che a partire dal prossimo marzo, fino all’estate successiva, sarà esposta in corrispondenza dell’abside della chiesa di Santa Maria dell’Angelo, dove troverà posto il teatro sacro che Romolo Liverani dipinse nel 1858. Una scenografia colossale con i suoi undici metri per nove, unica a livello nazionale, che rappresenta un interessante spaccato sul gusto del tempo, sull’idea che l’Europa di metà Ottocento aveva del Levante: "il concetto di Terra Santa, dove allora pochissimi avevano la possibilità di recarsi, mostra di avere dei confini sfumati con quelli dell’Egitto e dell’Oriente in generale, evidenti nelle piramidi, nelle archeologie o nei palmizi raffigurati", sottolineano don Mariano Faccani Pignatelli e Giovanni Gardini, direttore e vicedirettore del Museo diocesano. "Da un altro mondo veniva anche il contesto storico in cui vide la luce la devozione specificatamente gesuita per il venerdì santo: il suo iniziatore fu il peruviano Alfonso Messia. Col ritorno in Europa dei gesuiti arrivarono anche le loro tradizioni". L’esigenza di un’opera come quella di Liverani "era funzionale all’evocazione di una situazione che potesse poi avvolgere i frequentatori della chiesa, farli entrare nelle vicende raccontate". È esattamente quello che il Museo diocesano conta di fare in occasione degli spettacoli che avranno luogo in quei mesi nella chiesa di Santa Maria dell’Angelo, in primis quello legat all’Anàstasis di Nevio Spadoni. Per farlo occorre però trovare i fondi necessari: il museo ha dato avvio al crowdfunding ‘Sacrum facere’ su Ideaginger, con l’obiettivo di raggiungere seimila euro. "L’esposizione di questa scenografia sarà un evento per tutta la città", dice il presidente del consiglio comunale Niccolò Bosi, "l’opportunità di osservare, a 150 anni dalla sua morte, come vedeva il mondo l’uomo cui dobbiamo le vedute che hanno plasmato la nostra immagine di Faenza".

La scenografia di Liverani troverà posto nell’abside. Un tempo il teatro sacro era probabilmente sorretta affidandosi alle balaustre che corrono lungo tutte le pareti della chiesa: oggi non potrà più avvenire lo stesso per motivi legati alla sicurezza. La raccolta fondi servirà non solo ad approntare le strutture per sostenere la scenografia ma anche per attuare qualche intervento di consolidamento. Opere come questa generalmente non erano pensate per avere dinanzi a loro una vita così lunga: erano composte di fogli di carta incollati gli uni agli altri, motivo per cui non potrà che essere esposta per appena qualche mese. L’eccezionalità di questa scenografia risiede non solo nel fatto che si sia conservata ma anche che non si sia mai mossa dalla chiesa per la quale fu progettata (ora è arrotolata sul camminatoio in corrispondenza dell’organo). Chi prenderà parte alla raccolta fondi potrà assistere a spettacoli e concerti dalle prima file, ma non solo: "l’evento davvero unico è un altro", prosegue Gardini, "e cioè lo srotolamento della scenografia, pochi giorni prima dell’allestimento. Una circostanza – fatta eccezione per quando i tecnici della Soprintendenza hanno voluto vedere l’opera alcune settimane fa – che non si è ripetuta per vent’anni".

Filippo Donati