Racket della prostituzione, sette condanne

Cinque sono donne. La sentenza per 11 persone, accusate di aver minacciato e chiesto denaro alle lucciole nelle piazzole dell’Adriatica

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Sette condanne, e a sommarle tutte insieme fanno 24 anni e quattro mesi di carcere. Così si è conclusa ieri in tribunale, con una sentenza del collegio presieduto dal giudice Corrado Schiaretti con a latere i giudici Natalia Finzi e Cristiano Coiro, la vicenda del racket della prostituzione lungo l’Adriatica. I sette condannati, tra cui cinque persone di nazionalità rumena e due di nazionalità bulgara, erano a processo per rapina, lesioni personali e porto di armi o oggetti atti a offendere. La pena più pesante, ovvero 7 anni e 4 mesi di reclusione e 6.300 euro di multa, alla 40enne bulgara Kameliya Kostova Vasileva, considerata colei che teneva le fila del racket. Assieme a lei il 34enne rumeno Nicolae Catalin (5 anni e 1000 euro di multa), la 32enne rumena Simona Mindrila (1 anno e 4 mesi e 200 euro di multa) e la 60enne rumena Leonora Petre (5 anni, 6 mesi e 1.200 euro di multa) erano accusate di aver reclutato le prostitute, averle accompagnate nelle piazzole, aver ’promosso’ la loro attività con l’’acquisto’ delle piazzole e gestito i profitti dell’attività. La 33enne rumena Corina Chiriac (1 anno e 4 mesi e 200 euro di multa), la 31enne rumena Ligia Bianca Anastasescu (1 anno e 4 mesi e 200 euro di multa) e il 40enne bulgaro Rumen Chakarov (2 anni e 9 mesi e 2.700 euro di multa) invece erano accusati di aver accompagnato le prostitute negli spostamenti quotidiani, vigilato sul loro lavoro e sulle piazzole e tenuta controllata l’attività di vendita delle prestazioni sessuali. Altri quattro rumeni sono stati assolti: Irina Melinte Senziana e Cristina Nela Petre per non aver commesso il fatto, Giani Tanasei e Tatan Costache perché il fatto non sussiste. Ieri in aula erano presenti gli avvocati Francesco Papiani (che sostituiva i legali Gennaro Lupo, Massimiliano Orrù e Alessandro Sintucci) e Giorgio Vantaggiato, che difendeva due delle persone assolte (di cui una in sostituzione di Barbara Sedioli).

L’indagine risale al periodo tra il 2014 e il 2016. Teatro di tutto le piazzole lungo il tratto romagnolo dell’Adriatica, dove la prostituzione è un fenomeno presente da molto tempo e contro cui negli anni sono stati presi provvedimenti e studiate iniziative. Vittime del racket erano ovviamente le prostitute, ragazze straniere che venivano ’reclutate’ talvolta anche tramite Facebook, e alle quali venivano chiesti corrispettivi in denaro dietro minacce per poter stare nelle piazzole. Kameliya Kostova Vasileva già dalle indagini era considerata la ’leader’ del gruppo, colei che decideva chi dovesse prostituirsi e a quali condizioni: le motivazioni della sentenza saranno rese note entro 90 giorni, ma la decisione dei giudici di dare a lei la pena più dura sembra confermare quanto già inquadrato durante le indagini dai carabinieri della compagnia di Cervia-Milano Marittima sei anni fa. Per Kostova Vasileva, su richiesta del pm Marilù Gattelli, già nel 2016 era scattata la custodia cautelare in carcere, e il dispositivo di sentenza specifica anche che ora la 40enne bulgara dovrà pagare per il suo mantenimento in cella. Allo stesso modo sei anni fa era scattata la custodia cautelare anche per il suo compagno, che ieri è stato condannato.

Secondo le indagini Kameliya Kostova Vasileva, che per chi la temeva nell’ambiente era semplicemente ’la bulgara’, stabiliva i prezzi e minacciava le lucciole dicendo loro che sarebbero state picchiate se non avessero pagato. Il suo compagno era invece tra coloro che arrivavano alle mani con chi non voleva sottostare. Ai carabinieri erano arrivate denunce per tre episodi di botte, accaduti all’altezza di un distributore di carburanti a Savio. Inoltre una delle vittime aveva registrato le minacce e le aveva fatte ascoltare ai carabinieri.