Racket delle salme agli obitori di Lugo e Faenza, 6 arresti per associazione a delinquere

Gli operatori Ausl sono accusati di corruzione: avrebbero indirizzato i parenti verso specifiche pompe funebri. Giro d'affari da 100mila euro. Ogni dipendente guadagnava illecitamente 20mila euro l'anno

Ravenna, 4 novembre 2022 - Sei arresti (di cui 5 ai domiciliari) nelle 16 ordinanze di misure cautelari per altrettante persone (operatori Ausl e un impresario delle pompe funebri) accusate di associazione per delinquere nell'ambito delle attività degli obitori di Lugo e Faenza, in provincia di Ravenna. Il giro d'affari scoperto è di circa 100mila euro l'anno. Mentre ognuno dei sanitari coinvolti riusciva a guadagnare 'illecitamente', tra i 15 e i 20mila euro. Le imprese funebri invece, sempre secondo le indagini, ottenevano risparmi nei costi di gestione pari al 50-70%. Le indagini, condotte tra gennaio e maggio 2020, hanno consentito di ipotizzare l'esistenza di una vera e propria associazione a delinquere costituita da operatori sanitari in servizio presso le camere mortuarie degli ospedali di Faenza e Lugo (Ravenna) e numerose agenzie funebri operanti in quei territori, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di atti di corruzione.

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Un fermo immagine delle riprese 'nascoste' che testimoniano lo scambio di denaro
Un fermo immagine delle riprese 'nascoste' che testimoniano lo scambio di denaro

L'inchiesta, coordinata dal Pm Daniele Barberini, ha inquadrato l'operato di dipendenti Asl - infermieri nelle camere mortuarie - accusati ora di corruzione per avere presumibilmente indirizzato parenti di defunti a specifiche pompe funebri e avere provveduto alla vestizione delle salme in violazione alla specifica direttiva regionale del 2019 di gestione dei decessi ospedalieri. E' stata disposta la custodia cautelare in carcere di un infermiere Asl addetto alla camera mortuaria di Faenza; 5 le persone ai domiciliari: si tratta di 4 infermieri Asl addetti alle camere mortuarie di Faenza e Lugo e 1 impresario funebre; 10 le interdizioni inerenti al divieto temporaneo (10-12 mesi) di esercizio dell'attività professionale di impresa nei confronti di altrettanti titolari di onoranze funebri dell'area faentina e lughese.

Gli addetti alle camere mortuarie, sono accusati, in veste di incaricati di un pubblico servizio, in cambio di denaro da parte degli impresari funebri, di aver fornito servizi che esulavano dalla loro funzione, tra cui tanatocosmesi e vestizione delle salme presso le camere mortuarie (utilizzando luoghi e mezzi del Servizio sanitario nazionale) oltre a favorire le suddette imprese funebri concorrenti, estranee al sodalizio criminale costituito.

Trentasette le persone complessivamente coinvolte a vario titolo nell'attività illegale e quindi denunciate. 

La Direzione Generale di Ausl Romagna esprime  lo sdegno più profondo e grande amarezza per la riprovevole vicenda e per le pesanti accuse mosse a loro carico, - che se confermate- oltre agli evidenti reati configurano  anche pesanti risvolti di natura etica e deontologica.

Sulla vicenda, in  terviene anche la Direzione denerale di Ausl Romagna che "esprime  lo sdegno più profondo e grande amarezza per la riprovevole vicenda e per le pesanti accuse mosse" a carico degli indagati. "Al contempo  - prosegue l'Ausl - rivolge grande apprezzamento e piena collaborazione al lavoro puntuale e tempestivo svolto dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ravenna e dalla Procura della Repubblica di Ravenna".