
La ragazza ha denunciato tutto ai carabinieri della Stazione di Fusignano
Secondo la giovane, lui aveva approfittato di lei per palpeggiarla da dietro mentre si provava un vestito. Per il sarto, invece, quella ragazza, dopo avere nei giorni precedenti cercato lavoro là dentro, era uscita seminuda dal camerino e gli aveva chiesto di tirarle su la zip. Una vicenda singolare e totalmente divergente nella narrazione dei due protagonisti, quella verificatasi il 23 maggio 2024 all’interno di una sartoria di Fusignano.
Il caso è approdato martedì scorso davanti al gup Janos Barlotti e al pm Daniele Barberini. L’imputato - un 56enne di origine straniera - attraverso i suoi avvocati Matteo Olivieri ed Elena Fenati, ha chiesto di essere giudicato per rito abbreviato condizionato dall’audizione della ragazza: e così sarà nell’udienza già fissata per settembre. Nel frattempo vi racconteremo cosa, a seconda della voce narrante, era accaduto in quella sartoria di paese. Partiamo dalla ragazza, una 27enne anche lei di origine straniera. Verso il mezzogiorno - aveva raccontato ai carabinieri della locale Stazione - era andata in negozio per provare un abito portato un paio di giorni prima a fare sistemare. Il titolare - sempre a suo dire - le aveva chiesto se in camerino lei avesse bisogno di aiuto: a quel punto, nonostante una risposta negativa, lui era entrato ugualmente, l’aveva abbracciata da dietro all’altezza del petto bloccandole le braccia e aveva cominciato a palpeggiarla e a baciarla. Lei allora era riuscita ad allontanarsi: ma una volta sulla porta e con le spalle al muro, se lo era ritrovato di nuovo sotto: uguale ad altri abbracci indesiderati e altra fuga di lei, peraltro riuscendo a riprendersi il suo vestito. Era andata a casa scossa e aveva tracannato alcuni bicchieri di vino: ma ciò aveva finito con il peggiorare la sua situazione psicologica spingendola - come riferito a verbale - a sfogarsi sui mobili di casa.
Un gran trambusto insomma: la vicina che si era affacciata per chiederle se avesse bisogno, era stata allontanata in malomodo. Poco dopo era giunta la polizia locale che era rimasta lì una ventina di minuti fino alla riconquistata calma: agli genti la giovane aveva giustificato il suo stato per via di pregresse molestie subite sul lavoro senza dire nulla su quanto accaduto in sartoria. La sera stessa era però andata dalla madre e le aveva raccontato tutto.
L’indagato davanti agli inquirenti, aveva fornito tutt’altra spiegazione. Quella sua giovane cliente, della quale lui non ricordava il nome, era in effetti andata da lui per un vestito da riparare. Poi era entrata nello spogliatoio sul retro per uscirne poco dopo seminuda: a quel punto - sempre secondo l’uomo - lei gli aveva chiesto di chiuderle la lampo dietro alla schiena. La giovane voleva che quel vestito venisse stretto per metterle in evidenza il corpo: e così lui aveva preso le misure dei fianchi per calcolare quanta stoffa togliere. Alla fine lei era tornata nello spogliatoio, si era rivestita e se ne era andata. Quindi la sera era tornata per riprendere il vestito: aveva le braccia con delle macchie scure a cui lui non aveva dato peso. E, dopo essere stato pagato, le aveva consegnato il vestito e lei se ne era andata. L’uomo aveva ricordato inoltre che quella ragazza spesso gli aveva chiesto di potere lavorare lì anche gratis: ma lui le aveva detto di no.
Andrea Colombari