Ravenna, ragazza molestata dal prof. Il padre. "Elisa temeva ci portassero via la casa"

Il commento dopo la vittoria in appello: "Soddisfatti, giustizia per mia figlia"

Ravenna, ragazza molestata dal prof. Il padre: "Elisa temeva ci portassero via la casa"

Ravenna, ragazza molestata dal prof. Il padre: "Elisa temeva ci portassero via la casa"

Ravenna, 20 maggio 2018 - La Corte d’appello del tribunale civile di Bologna ha stabilito che non dovranno più essere loro a risarcire il professore che molestò sessualmente la figlia Elisa quando era una studentessa adolescente. Ma che dovrà invece essere Ezio Foschini, 62enne insegnante in pensione dell’istituto d’arte di Faenza a pagare per entrambi i gradi di giudizio. In primo grado nel gennaio 2014 il tribunale di Ravenna (sede distaccata di Faenza), sulla base di una perizia contabile, aveva respinto le richieste dei genitori della ragazza in merito ai soldi su un conto intestato al padre del professore e a suo tempo pignorato con provvedimento cautelare nato in ragione della lamentata spoliazione dei beni da parte del 62enne per non risarcire la studentessa. Seguendo la logica giuridica della soccombenza, il tribunale manfredo li aveva inoltre condannati a pagare in totale circa 40 mila euro. Per la corte bolognese i genitori della studentessa, rappresentati dagli avvocati Lorenzo Valgimigli e Carmela Cappello, avrebbero invece dovuto essere «vincitori sin dal primo grado di giudizio». Da qui le spese a carico di Foschini, in giudizio in proprio e quale erede dei genitori nel frattempo defunti, compresa la consulenza tecnica d’ufficio che aveva alimentato la sentenza di primo grado: decisione che aveva sollevato molte polemiche anche a livello nazionale tanto che a metà maggio 2016 il caso era approdato in parlamento attraverso un’interrogazione di otto senatori nella quale si chiedeva al ministero della Giustizia di fare un’ispezione. Per gli abusi sessuali collocati dalla polizia tra il febbraio 2006 e il febbraio 2007, il professor Foschini è stato condannato in via definitiva a tre anni di carcere, già scontati. La ragazza si è tolta la vita a fine giugno 2014.

 

Davide Zaccarelli quasi non ci crede. A quattro anni di distanza da quel giudizio di primo grado che gettò la sua famiglia nello sconforto è cauto, e aspetta a cantare vittoria nella paura che le cose possano di nuovo cambiare. Soprattutto, in questi quattro anni ha perso anche la figlia Elisa: un dolore che nessun giudice potrà mai colmare.

Zaccarelli, è soddisfatto della sentenza d’appello? «Sì, senza dubbio sono soddisfatto. A parte, ovviamente, che Elisa comunque non c’è più».

Il giudice in appello ha detto anche che la vostra domanda andava accolta già in primo grado: per lei e la sua famiglia un sospiro di sollievo. Ve l’aspettavate? «No, e ne siamo contenti. Insomma, per noi la soddisfazione c’è».

In questi anni lei ha versato mensilmente un quinto del suo stipendio a Foschini. Ora è tutto finito. «Proprio questo è paradossale: che finora a pagare siamo stati solo noi. Ora mi auguro che il risarcimento sia esigibile anche per lui subito, così come lo è stato per noi».

Doveva dare al professore 40mila euro. Quanto ha versato in questi anni? «Sui 16 o 17mila euro all’incirca. Noi dei sacrifici ne stiamo facendo e ne abbiamo fatti tanti in questi anni, e le nostre entrate sono quelle che sono. Inoltre ci siamo ritrovati a dover pagare anche le spese per gli avvocati, e anche quelle pesano».

Sua figlia Elisa si è tolta la vita nel giugno 2014. Le aveva detto che quella decisione del giudice l’aveva fatta soffrire? «No, ma ho saputo poi che senza dirci nulla era andata da Carmela Cappello, l’avvocatessa che ci segue nella causa civile, chiedendole se rischiavamo di perdere la casa. Questo era ciò che la preoccupava di più».

Con lei invece non ne aveva parlato? «No, probabilmente perché mi vedeva già preoccupato e allora non mi ha chiesto nulla. Nonostante io e mia moglie avessimo costruito con lei un rapporto di grande dialogo non ebbe il coraggio di chiedercelo. E ora portiamo avanti tutto questo per lei, vogliamo che sia fatta giustizia».

Nel tempo tante persone su internet le hanno dimostrato solidarietà, tanto da creare un gruppo di amicizie. Le ha avvisate della vittoria in appello? «Non ancora, prima volevo capire bene. Ma li avviserò oggi pomeriggio (ieri, ndr). Tanti ci sono stati vicini, e la vittoria è di tutti».

Pensa che Foschini farà ricorso in Cassazione? «Conoscendolo non me ne stupirei».