SARA SERVADEI
Cronaca

Ravenna va a 30 all’ora: "Ci lavoriamo da anni, il limite è già in molte zone”

L’assessore Baroncini: "A ogni intervento andiamo in quella direzione" Il vicesindaco: "La velocità può causare incidenti e ne amplifica gli effetti"

Ravenna città a 30 all'ora
Ravenna città a 30 all'ora

Ravenna, 19 settembre 2023 – Tutta la città – o quasi – a 30 chilometri orari. Bologna lo ha già fatto, e non è né la prima né l’ultima. Ravenna ci sta lavorando da anni: un orizzonte temporale preciso non c’è, ma la direzione è tracciata. "La ’città 30’ prevede che progressivamente tutte le strade che non svolgono un ruolo strategico nell’organizzazione generale della circolazione del traffico privato o del trasporto pubblico possano ragionevolmente subire un abbassamento generalizzato dei limiti di velocità – dice l’assessore alla Mobilità Gianandrea Baroncini –. Oltre a questo stiamo lavorando alle aree di quiete inerenti alle strade scolastiche".

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Le zone già a 30 all’ora

Tra le ’zone 30’ attualmente troviamo una cospicua porzione di città: tutto il centro fino alla testata del Candiano (dalla circonvallazione San Gaetanino a nord al borgo San Rocco a sud), il parcheggio Antico Lazzaretto, il quartiere a nord delle vie Faentina/Maggiore (a destra venendo dal centro), la zona di via del Mangano, via Rubicone, via Panfilia, la zona commerciale e residenziale a sud di viale Berlinguer (a sinistra andando verso viale Randi), la zona residenziale di via Chiavica Romea e via Argirocastro, il quartiere San Giuseppe, il Cinemacity, l’Esp, una parte di Borgo Montone (vicino alla scuola primaria) e la zona di via Wright, via Piacentini e via Il Vignola, che sono tutte traverse di viale Alberti. Fuori dalla città le ’zone 30’ sono anche a Madonna dell’Albero, San Marco, Longana, Lido di Classe, Lido di Savio, Lido di Dante, Punta Marina, Marina di Ravenna e Porto Corsini, a macchia di leopardo.

Ecco il criterio per il limite di velocità

“A ogni nuovo intervento in zone residenziali andiamo in quella direzione – dice Baroncini –. L’ultimo esempio è un tratto di via Ancona, a Ponte Nuovo". In merito al criterio con cui viene effettuato il passaggio, Baroncini spiega che "vengono individuati gli assi che svolgono un ruolo strategico nell’organizzazione generale della circolazione, cioè la rete principale, che non può diventare ’zona 30’. Inoltre si definiscono i sensi di marcia per garantire una corretta fruizione del quartiere e una più adeguata rifunzionalizzazione della sede stradale. Le ’zone 30’ vengono costruite in strade a uso residenziale e per i servizi locali. Nell’individuazione si tiene conto della densità demografica, della localizzazione dei servizi scolastici o degli ambiti di rilevanza urbana, o ancora della localizzazione degli incidenti e la loro densità".

Le ’zone 30’ sono comparse per la prima volta nei piani di sviluppo della città nel 2015 e "dal 2016 a oggi – aggiunge Baroncini – sono quasi raddoppiate come estensione. Non partiamo da zero, ma non ci fermeremo". Il Comune sta inoltre concludendo il progetto per quattro nuove ’aree di quiete’, in corrispondenza dell’istituto comprensivo San Biagio Ravenna Don Minzoni in via Celso Cicognani, del polo di ogni ordine e grado in via Marconi e delle scuole di Sant’Alberto e San Pietro in Campiano.

Sicurezza stradale

Naturalmente un punto importante riguarda la sicurezza stradale. "È inutile girarci attorno, la velocità ha un’incidenza: talvolta è la causa degli incidenti e quando non lo è ne amplifica gli effetti – dice il vicesindaco con delega alla Polizia locale Eugenio Fusignani –. Questa è una risposta, a partire da Ravenna in tutte le città i centri urbani devono essere ’zone 30’. È un segnale forte, che culturalmente dà l’idea che quelle sono zone che occorre attraversare andando piano perché frequentate da pedoni, ciclisti e anziani. Ci sono poi altri due aspetti: quello della repressione e quello dell’educazione. Il Codice della strada sta introducendo delle modifiche, ma non abbiamo ancora la percezione di cosa sia l’omicidio stradale. Personalmente trovo senza senso che se l’automobilista scappa ma si costituisce entro 24 ore, sfugge all’arresto. Abbiamo fatto passi avanti, ma la legge va confezionata meglio".

Fusignani sostiene che servano più strumenti per far rallentare gli automobilisti: "I velox non sono strumenti per fare cassa, vanno modificate le regole per installarli: non solo dopo che sono già avvenuti degli incidenti, ma anche prima, per prevenirli. E poi i dossi: rallentano i mezzi di soccorso, ma dobbiamo valutare di correre questo rischio. Delle due l’una: o rendiamo possibile mettere i dossi, o facilitiamo l’installazione di velox fissi, mettendo anche tantissimi cartelli. Occorre essere severi su velocità e distrazioni".