Maratona di New York, al via anche Cristian malato di tumore

Padre di due bambini e agente della polizia locale a Ravenna, è in cura all’Irst di Meldola

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Ravenna, 9 settembre 2019 – Più forti di tutto, anche della malattia. Ora è ufficiale: l’Istituto Oncologico Romagnolo porterà tre pazienti oncologici in fase attiva di malattia a New York per prendere parte alla Maratona più famosa del mondo. E fra i selezionati c’è anche un ravennate, Cristian Galli, nato a Rimini ma residente da 15 anni a Ravenna, che correrà assieme ai riccionesi Monica Giunta e Valter Marcelli e la ottoressa Elisa Ruggeri, psicologa IOR che ha deciso di sposare la causa e di percorrere anch’essa i 42 km che separano la partenza del Verrazzano Bridge dall’arrivo di Central Park.

Galli lavora presso la Polizia Locale di Ravenna. Sposato, due figli di 13 e 10 anni, ha scoperto di soffrire di un carcinoma polmonare tre anni e mezzo fa. «Mi ero accorto di soffrire di disturbi all’occhio destro – spiega – ma non mi sarei mai immaginato che quell’anomalia al campo visivo si rivelasse poi essere una metastasi. Ho sposato un protocollo sperimentale di terapia a bersaglio molecolare presso l’Irst di Meldola: devo prendere pastiglie tutti i giorni e farmi controlli una volta al mese.

Dopo un iniziale periodo in cui il tumore dava segni di regressione, ora sembra essersi arrestato: quanto basta per poter prendere parte a questo splendido progetto. Nel periodo successivo alla diagnosi, nonostante sia sempre stato uno sportivo, avevo cessato la mia attività: ma da quando sto meglio ho ripreso piano piano a muovermi, e ho notato come anche gli effetti collaterali delle terapie siano meno pesanti. Sono felicissimo ed emozionato di poter provare le sensazioni della Maratona di New York: mi sono approcciato al running da poco, seguendo l’esempio di Leonardo Cenci, ma non ho mai fatto 42 km in vita mia.

Sono comunque tranquillo perché abbiamo un preparatore che ci segue: quel giorno non guarderò il cronometro ma farò la mia corsa per riuscire a tagliare il traguardo e dimostrare a me stesso e agli altri di potercela fare. La vita è bella , bisogna viverla al massimo finché ne abbiamo la possibilità: spero che questo messaggio arrivi anche ai miei ‘colleghi’ a Meldola, che ogni giorno come me lottano contro questo terribile male».