Ravenna, messa in Duomo per ricordare i due poliziotti morti

Un anno fa perdevano la vita in un incidente a Lido Adriano

Ravenna, incidente a Lido Adriano, le vittime Nicoletta Missiroli e Pietro Pezzi

Ravenna, incidente a Lido Adriano, le vittime Nicoletta Missiroli e Pietro Pezzi

Ravenna, 16 settembre 2018 - In Duomo alle 11 di domani sarà celebrata una messa in memoria del sostituto commissario Nicoletta Missiroli, 53enne di Fusignano, e dell’agente Pietro Pezzi, 29enne di Godo, entrambi deceduti assieme in servizio esattamente un anno fa. La funzione religiosa sarà celebrata dal vicario del vescovo e dal cappellano provinciale della polizia. E sempre in Duomo erano stati celebrati i funerali dei due alla presenza tra gli altri del capo della polizia.

Quel giorno i due erano montati in servizio alle 19 e avrebbero dovuto smontare all’una. Si trovavano a Marina di Ravenna quando dalla centrale era giunta la richiesta di un intervento in ausilio a un’altra Volante a Lido di Dante, al camping Classe, per sedare un tafferuglio tra turisti irlandesi ubriachi. Alla guida c’era il 29enne, di fianco a lui la capo-pattuglia Missiroli: esattamente alle 23.40 le telecamere di via dei Campeggi avevano filmato l’ingresso della Seat Leon e il tentativo di frenata all’altezza dell’innesto con via Manzoni, lo stradone di Lido Adriano. In quel momento aveva appena smesso di piovere e l’asfalto era inevitabilmente scivoloso. In una manciata di secondi l’auto anziché svoltare a sinistra, era schizzata in avanti per schiantarsi contro un platano sul lato opposto dell’incrocio.

Un impatto devastante, che aveva fatto esplodere gli airbag senza che ciò tuttavia potesse salvare la vita ai due poliziotti: Pietro e Nicoletta erano morti sul colpo durante il loro lavoro. Ai colleghi giunti poco dopo, si era nel breve palesata la portata della tragedia appena accaduta.

Al dolore si era aggiunta rabbia quando alcune persone avevano vergato su Facebook frasi choc contro i due defunti. I colleghi della squadra mobile avevano però passato al setaccio frase dopo frase, insulto dopo insulto: e il procedimento, inizialmente aperto contro ignoti, aveva poi tirato dentro i nomi di otto persone per l’ipotesi di reato di vilipendio.

Alcuni avevano chiesto scusa sin da subito, altri lo avevano fatto durante il successivo interrogatorio: tutti uomini dai 20 ai 30 anni, oltre a un 55enne; tutti italiani tranne un albanese; due vivono a Ravenna, uno a Conselice: non distante insomma dalla città della 53enne. Gli altri avevano digitato da Milano, Bari, Brescia e Pordenone.