Lugo, la denuncia. "Lasciato fuori dalla discoteca perché straniero"

Il gestore: "Nessun razzismo, selezione per la sicurezza"

Una discoteca (foto di repertorio De Marco)

Una discoteca (foto di repertorio De Marco)

Lugo (Ravenna), 25 febbraio 2019 - «Al Baccarà di Lugo non hanno fatto entrare il mio amico perché straniero». Ma dal locale precisano: «Nessun razzismo, la selezione all’ingresso è rivolta a preservare la sicurezza della clientela». Sono due versioni contrastanti quelle di un gruppo di cinque amici tra i 18 e i 22 anni, due di origini straniere e tre ravennati, e quella di uno dei gestori della discoteca, un 29enne di Lugo. Due versioni che raccontano i momenti intorno alla mezzanotte di sabato fuori dal Baccarà.

«Io, il mio amico Sergio, la mia ragazza, un’altra ragazza e un ragazzo ieri sera (sabato, ndr) – racconta Alexandru, studente 19enne di origini rumene ma ravennate d’adozione – abbiamo deciso di andare in discoteca a Lugo. Avevamo le prevendite con due drink e quindi non abbiamo bevuto prima; tra l’altro Sergio guidava e quindi niente alcol. Ma intorno a mezzanotte, dopo aver fatto la fila, il buttafuori all’ingresso ha chiesto la provenienza a Sergio, che è ucraino, lui gli ha risposto e il ragazzo della sicurezza del locale gli ha detto “No, tu vai fuori”. Allora il mio amico gli ha chiesto “Ma tu non mi fai entrare solo perché sono ucraino?” e lui ha affermato “La festa è per gli italiani”. A quel punto gli amici raccontano di aver chiesto spiegazioni ad altri buttafuori e alla persona che aveva venduto loro le prevendite che ha ridato loro i soldi.

Nella giornata di ieri è arrivata la replica di Mattia Malpassi, uno dei gestori del Baccarà, nella pagina Facebook del locale: «La selezione applicata all’ingresso del locale è unicamente rivolta a preservare la sicurezza della nostra clientela. I ragazzi che sono su di giri, quelli che arrivano carichi in corpo di alcol, coloro che hanno causato risse o danni in passato e tutti gli esagitati vengono lasciati fuori dal locale». E ancora: «Non è un lavoro facile selezionare la clientela e garantire la sicurezza, a volte può capitare di sbagliare per carità e se dovesse capitare ce ne scuseremo subito, ma fidatevi che se qualcuno non viene fatto entrare un motivo c’è sempre. E smettiamo di usare la scusa del ‘razzismo’... all’interno del nostro staff, dell’organizzazione, del nostro gruppo di lavoro, del locale in generale sono presenti ragazzi di tutti i colori e provenienze».