"Regole applicate, è accanimento"

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Andrea Dradi, titolare del Life Planet di Ravenna, qual è stata la prima cosa che ha pensato all’indomani del discorso di Conte?

"Forse dietro ci sono dinamiche che non conosciamo... Il ministro dello Sport Spadafora ha affidato a una commissione l’individuazione dell’indice di pericolosità. Francamente questo accanimento contro le palestre non si capisce: dallo scorso 24 maggio, nella nostra provincia che conta circa un centinaio di palestre, non è stato segnalato un caso".

Lei crede che, nel complesso, le linee guide in vigore dallo scorso 25 maggio siano efficaci?

"Sì, l’importante è che siano ben applicate. Ora conosciamo qualcosa in più di questo terribile virus e credo che non sia più il momento di chiusure generalizzate ma localizzate in base ai rischi individuati di volta in volta. Non ce lo possiamo più permettere non solo a livello economico, ma anche per la nostra stessa salute. Fare un po’ di sana attività sportiva innalza le difese immunitarie".

Che accorgimenti avete adottato?

"Nelle sale a corpo libero, sono state inserite stellette per favorire il giusto posizionamento delle persone lasciando circa due e metri e mezzo. Abbiamo inserito barriere di plexiglass tra i vari macchinari, più distanziati l’uno dall’altro. In piscina, ogni persona ha diritto a circa 7 metri quadrati".

Qualora fosse necessario per scongiurare il rischio di chiusura, cosa si potrebbe fare in più per la sicurezza?

"Anche se il distanziamento è già realtà, ci si potrebbe spingere fino a definire con chiarezza quante persone possono entrare in una palestra, in base alla superficie in metri quadrati. Così da agevolare anche i controlli da parte delle autorità".