Riaperto il Podestà dopo 25 anni In mostra ceramiche dall’Europa

Ieri tanta gente presente all’inaugurazione dello storico edificio dopo 25 anni di chiusura

Migration

La sua riapertura al pubblico dopo quasi venticinque anni costituisce uno dei fili rossi del calendario dell’edizione 2022 di Argillà Italia: il Palazzo del Podestà, il cui salone è tornato ad essere calcato dagli abitanti delle città, non a caso ha riaperto i battenti con una mostra dedicata alla città norvegese di Porsgrunn e quella polacca di Boleslawiec, da poco entrate a far parte della Strada europea della ceramica del Consiglio d’Europa. L’Istituto europeo delle rotte culturali, che cura questa e altre direttrici continentali, presenta qui anche alcuni degli altri suoi gioielli che vedono l’Italia coinvolta, come Iter Vitis, la Rotta dei Fenici, la Via europea del Megalitico, i Cammini dell’arte rupestre preistorica, l’Itinerario europeo dei giardini storici o ancora quello dedicato a Napoleone. Tanti i presenti all’inaugurazione – c’erano oltre al sindaco Massimo Isola anche le personalità del Consiglio d’Europa e le delegazioni norvegesi e polacche – e fra loro non è mancato chi ha sollevato il sopracciglio dinanzi ai due elementi che più hanno fatto discutere circa il ripristino del Palazzo del Podestà, e cioè lo scalone in corten sorto dal nulla in piazza delle Erbe (che fungerà come uscita d’emergenza) e la tinteggiatura di colore bianco apparsa sul cancelletto che precede la scala da cui si accede al palazzo: opera per la quale si è optato per un colore bianco acceso.

Stupore in senso positivo l’ha invece suscitato il Salone dell’Arengo, oggi popolato di maioliche dai profili nordeuropei, cuore del palazzo sulle cui pareti si è optato per una scialbatura in calce e cocciopesto, dalle tonalità color sabbia, progettata per fare sì che si possa leggere sulle pareti l’accavallarsi degli stili dal Medioevo al Novecento. Gli stand di Argillà nelle piazze e nei corsi sono stati il primo panorama ammirato dal loggiato che corre lungo tutta la facciata del palazzo, con scorci per molti inediti – chi ha meno di trent’anni difficilmente avrà già ricordi di questo posto – sulla piazza e sulla torre dell’Orologio.

f.d.