Ravenna, ricatto omosessuale all'insegnante. "Paga o dico alla scuola che sei gay"

Fermato un giovane di 26 anni, in due anni da un docente si è fatto dare 50mila euro

Il prof ha pagato 50mila euro

Il prof ha pagato 50mila euro

Ravenna, 1 giugno 2019 - «Paga o racconto a tutti che sei omosessuale. Alla tua famiglia, nella scuola dove lavori». Sotto il peso di questa minaccia, e il terrore di vedersi la vita stravolta, si era visto costretto a cedere alle richieste di quel giovane che aveva conosciuto su una chat erotica, finendo per dilapidare un patrimonio: 50mila euro. Un incubo, per un 40enne insegnante di Ravenna, che andava avanti da oltre un anno e mezzo. E cui ora la Procura, e la Squadra mobile che svolto le indagini, hanno messo la parola fine. Il Pm Angela Scorza ha infatti firmato il fermo per indiziato di delitto a carico di un26enne di Ravenna, ora in carcere con l’accusa di estorsione.

Lo stesso giovane, peraltro, aveva già patteggiato una pena a due anni di reclusione per fatti analoghi, identiche le modalità di ricatto nei confronti di un altro individuo che era caduto nella sua trappola. L'estorsine, disoccupato ma dipendente dall’uso di cocaina, già nell’ottobre del 2017 aveva pubblicato un annuncio su un sito gay. A questo annuncio aveva risposto il 40enne, col quale è cominciato un lungo rapporto epistolare fatto di contatti whatsapp e tramite mail. Indagando sull’identità del suo interlocutore, il 26enne ha scoperto che si trattava di un insegnante di scuola superiore. Ed è a questo punto che avrebbe escogitato il suo piano. Lamentando la necessità di denaro, inizialmente con minacce esplicite, ha cominciato a pretendere contanti con modalità estorsive. E se il docente non le avesse assecondate, il giovane – lo ammoniva – lo avrebbe messo alla berlina, facendo sapere a tutti, e divulgandolo sui social, il fatto che fosse omosessuale.

Da quel momento è cominciato il calvario per l’insegnante, finito in cura per depressione e che a un certo punto ha deciso di raccontare tutto alla polizia e sporgere denuncia. I due, nel frattempo, hanno continuato a scambiarsi numerosi messaggi, i cui toni col tempo si sarebbero attenuati. Un aspetto, questo, sulla quale verosimilmente farà leva il difensore dell’indagato, l’avvocato Massimo Martini, per cercare di inficiare l’accusa di estorsione. Il fermo è scattato in ragione del pericolo di fuga, in quanto il 26enne in uno degli ultimi messaggi gli aveva chiesto denaro manifestando l’intenzione di prendere un volo per l’estero. Ieri mattina, durante l’udienza di convalida, il Pm ha chiesto la custodia cautelare in carcere, la difesa i domiciliari. Il Gup Andrea Galanti scioglierà oggi la riserva.