
L’uomo è indagato per interruzione di pubblico servizio, peculato e falso: il regolamento interno impedisce interventi in caso di conflitto di interessi. Chiesto il rinvio a giudizio, a luglio l’udienza.
La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per un sovrintendente della Polizia locale del Comune di Ravenna, accusato di aver interrotto il proprio servizio per recarsi, senza autorizzazione, su un incidente stradale che vedeva coinvolto il figlio. I fatti risalgono alla mattina del 27 aprile 2023. Poco prima delle 7.30, un ragazzo contatta la centrale operativa identificandosi come figlio del sovrintendente e chiedendo informazioni sul padre, in quanto coinvolto in un sinistro, per fortuna non grave, avvenuto in via Destra Canale Molinetto. A causa della mancata risposta del padre al cellulare, è la centrale stessa a informarlo dell’accaduto. Secondo quanto emerso dall’indagine interna del comando, il sovrintendente si trovava ancora negli spogliatoi e stava per prendere servizio come capo equipaggio per un controllo con il sistema Targa System in via Enrico Mattei. Avrebbe potuto, secondo gli inquirenti, chiedere l’interruzione del servizio e recarsi sul posto libero dal servizio. Al contrario, ha scelto di mantenere la divisa e di utilizzare l’auto di servizio per raggiungere il luogo dell’incidente, senza darne comunicazione formale. Una volta arrivato sul posto, avrebbe assunto iniziative ulteriori, tra cui la richiesta a un ispettore più giovane e meno esperto di recapitargli un etilometro, manifestando l’intenzione di procedere al rilevamento dell’incidente. A quel punto, sul luogo erano già presenti i carabinieri, attivati dal funzionario di turno, che in quel momento esercitava funzioni di comando. La presenza del sovrintendente e di ben due pattuglia della Polizia locale ha suscitato perplessità negli operatori dell’Arma, che hanno chiesto chiarimenti in merito.
In seguito, il funzionario contattava direttamente il sovrintendente, il quale giustificava la propria presenza come motivata da preoccupazione personale. Mentre una delle pattuglie della Polizia locale si atteneva all’ordine di allontanarsi, quella guidata dal sovrintendente rimaneva sul posto, procedendo al controllo dei documenti della controparte del figlio. Secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe tentato di rilevare il sinistro in un modo favorevole al familiare, in violazione del regolamento interno che impone l’astensione in caso di conflitto di interessi.
Le contestazioni mosse al sovrintendente sono tre: interruzione di pubblico servizio, peculato e falso. Per quanto riguarda l’interruzione, gli si contesta di aver abbandonato il servizio assegnato, mai effettivamente intrapreso, per svolgere attività non autorizzata. Il peculato è legato all’uso dell’auto e delle dotazioni di servizio per finalità private, distogliendole dall’impiego previsto. Infine, la terza accusa riguarda il falso in atto pubblico: nel rapporto di fine turno non vi è traccia dell’intervento sul sinistro stradale, né del tempo trascorso sul posto, mentre viene riportata un’attività di controllo targa System che, in realtà, non è mai stata svolta. L’uomo è già stato sottoposto a procedimento disciplinare, conclusosi nel 2023 assieme ad altri colleghi coinvolti nella pattuglia. La difesa, affidata all’avvocato Luigi Berardi, discuterà l’udienza preliminare a metà luglio davanti al Gup Janos Barlotti e ha annunciato la richiesta di rito abbreviato.
Lorenzo Priviato