
Faenza dopo l’esondazione del Lamone
Nuove polemiche sui rimborsi agli alluvionati. Stavolta, però, a sollevare il caso sono i tecnici coinvolti nelle procedure. A lanciare l’allarme è l’Ordine degli Architetti di Ravenna, con la presidente Rita Rava che riceve continuamente lamentele da parte dei suoi iscritti. "Siamo seppelliti dalla burocrazia e non riusciamo a completare le domande di rimborso a causa della macchinosità del portale Sfinge in dotazione alla Regione – spiegano –, della costante richiesta di integrazioni documentali quando non previsto dalle varie ordinanze e dall’atteggiamento non collaborativo di chi supervisiona. La rendicontazione è di gran lunga la fase peggiore".
Il problema, spiegano dall’Ordine degli Architetti, "è costituito dalla contraddittorietà delle ordinanze, complicate, spesso inapplicabili ed eccessivamente selettive, dall’impossibilità di vedere concluso l’iter di invio delle perizie mediante il portale Sfinge, perché immancabilmente i tecnici si vedono richiedere nuovi documenti, non previsti inizialmente. Spesso, inoltre, la documentazione necessaria è molto complicata se non impossibile da reperire, come per esempio la testimonianza fotografica dei danni all’epoca dei fatti, più di un anno e mezzo fa". Invitalia, l’organismo che controlla la correttezza della documentazione per conto dello Stato, "ha la facoltà di pretendere integrazioni a non finire e in un numero di copie mai preciso". Urge, a detta dell’Ordine, "una semplificazione dell’intera procedura". Il timore è che in pochi riceveranno un risarcimento, "in quanto concreti ostacoli impediscono che le domande vadano a buon fine".