FILIPPO DONATI
Cronaca

Ravenna, via l’arte choc: rimosse le opere della pittrice ucraina

Dedicate al conflitto e giudicate troppo pesanti sono state portate via dal centro sociale Il Portoncino. Sono rimaste esposte appena due giorni

Una delle tele della pittrice Valeriya Pershyna che sono state in mostra a Ravenna

Una delle tele della pittrice Valeriya Pershyna che sono state in mostra a Ravenna

Ravenna, 7 ottobre 2023 – L’arte ucraina in mostra, anzi no. Le tele della pittrice Valeriya Pershyna sono rimaste esposte nelle sale del centro sociale Il Portoncino per appena due giorni, prima di venire rimosse.

Il motivo? I temi trattati hanno urtato la sensibilità dei soci del circolo, spiegano dall’associazione ‘Ravenna incontra l’arte’, chiamata a portare qui uno dei suoi artisti, e della quale fanno parte anche alcune russe. "L’associazione non vuole conflitti al suo interno".

Valeriya Pershyna prima ha chiesto spiegazioni, poi si è arrabbiata.

Valeriya Pershyna con un quadro dove è raffigurato l’assassinio di Putin
Valeriya Pershyna con un quadro dove è raffigurato l’assassinio di Putin

Le sue sono tele laceranti, quali l’immagine degli occhi sbarrati di una bambina sul cui volto cala la violenza di uno stivale russo, o ancora quella della donna priva di vita fra le macerie, mentre tiene in braccio un neonato che cerca invano il suo seno, per arrivare alla giovane i cui sogni sono tormentati dalle immagini dei bombardieri.

Ad avere causato i maggiori problemi alla 39enne originaria di Mykolaïv, da anni residente a Ravenna, è stato però un dipinto in particolare, quello cioè in cui il presidente russo Vladimir Putin viene ucciso da una donna con una coltellata. Scene forti, senza dubbio.

"Quali quadri credevano che dipingessi? – domanda Valeriya Pershyna, reduce proprio da una telefonata con alcuni parenti residenti a Mykolaïv – cosa pensano che abbia davanti agli occhi un’ucraina in questo momento? L’arte deve mordere, graffiare. Chi dipinge non lo fa perché gli altri si sentano rassicurati. Io non comincerò a ritrarre fiori solo perché il racconto della guerra urta la sensibilità di qualcuno".

Quello dipinto da Pershyna è senz’altro un dolore che grida, che aggredisce chiunque si trovi davanti a uno dei suoi dipinti. Eppure la pittrice sostiene che a far calare la scure sulla sua mostra sia stato anche altro.

"A Ravenna – sostiene la 39enne –, in particolare nel mondo delle associazioni, ci sono molte persone di sinistra, specialmente quelle più anziane, che provano nostalgia per l’Unione Sovietica, e che nutrono una qualche forma di simpatia per la retorica russa. Molti qui si professano pacifisti, ma non vogliono la pace, desiderano semplicemente essere lasciati in pace, non essere disturbati dal dramma del popolo ucraino".