Rinaturalizzazione della pialassa Cantiere riaperto dopo due anni

I lavori erano iniziati nel 2012, poi interrotti per il fallimento della ditta. Ora va creato l’argine di separazione con la zona portuale e le cinque opere idrauliche per il ricambio dell’acqua

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È stato riaperto ieri mattina il cantiere per la rinaturalizzazione della pialassa Piomboni. Sono previsti 18 mesi di lavori per completare un intervento che dal punto di vista ambientale mostra già oggi importanti passi avanti con nuove specie di uccelli che si stanno impossessando dell’ampia area valliva. Ieri mattina, si vedevano decine e decine di fenicotteri rosa posati sull’acqua con alle spalle, a centinaia di metri, una piattaforma in costruzione alla Rosetti Marino e dalla parte opposta, una nave che stava sbarcando al terminal Nadep.

L’Autorità di sistema portuale ha affidato i lavori conclusivi a un raggruppamento di imprese guidato dalla Nautilus di Venezia e che include il Consar, dopo il fallimento della Piacentini che era a capo, in precedenza, delle aziende impegnate nell’intervento. Direttore dei lavori è l’ingegner Claudio Miccoli. Si tratta di un cantiere veramente infinito, partito nel 2012 (sulla base di un progetto del 2009) e interrotto per problematiche legate al cambio di normative ambientali. Seguirono alcuni rilievi di Arpae, quindi le valutazioni sulla qualità dei sedimenti individuati per completare l’intervento, ripreso fino al 2020 quando c’è stata la dichiarazione di fallimento della Piacentini.

"Ho un debito di riconoscenza verso questa pialassa – dice oggi l’ingegner Miccoli – perché ci venivo fin da bambino con i miei genitori che avevano un capanno. Qui ci sono cresciuto e voglio sdebitarmi di tutto ciò che mi ha insegnato la valle, portando a termine i lavori". L’investimento complessivo della rinaturalizzazione è di 25 milioni, di cui 2,5 per portare a termine il cantiere.

L’obiettivo dell’opera è quello di separare fisicamente, mediante un’arginatura naturale, le zone vallive dal porto e di ripristinare la funzionalità idraulica del bacino grazie all’approfondimento dei canali di marea. Lavori in parte già eseguiti e che hanno portato a un miglioramento della qualità delle acque e del delicato assetto ambientale. Negli ultimi anni, oltre ai fenicotteri, qui è cresciuta la più grande colonia europea dell’uccello beccapesce e nidifica il fraticello. Il progetto prevede che una parte dell’arginatura venga attrezzata per consentire alla rondine volpino, specie in via di estinzione, di poter nidificare. "Questo cantiere deve arrivare in fondo perché vogliamo restituire alla città uno dei luoghi della sua tradizione" commenta il presidente dell’Adsp, Daniele Rossi. "Questa è un’ulteriore dimostrazione di come attività industriale e ambiente, quando gestiti correttamente, possono convivere senza problemi".

Le opere che devono essere completate riguardano l’argine di separazione tra la zona rinatu-ralizzata e quella portuale, con l’apporto di terra sabbiosa ricavata dai dragaggi necessari per riportare i canali alla giusta profondità. All’interno dell’argine sono previste cinque opere idrauliche per consentire il ricambio dell’acqua. Un altro intervento importante è il dragaggio dei canali mareali per far defluire correttamente l’acqua ed evitare che ristagni. Un ulteriore dragaggio è previsto per il canale circondariale che costeggia la pialassa. Altrettanto consistenti sono i lavori per la sistemazione della zona di fitodepurazione in collegamento con la vicina idrovora..

lo.tazz.