
Aveva prima riferito di avere una necessità fisiologica urgente. Poi aveva neutralizzato un agente con uno spintone e infine era evaso dall’autogrill ‘Santerno Est’ – in territorio di Solarolo - durante la sosta del furgone della polizia penitenziaria che, come disposto dal giudice forlivese Marco De Leva, lo stava trasferendo dal carcere di Forlì ai domiciliari a Modena, città dove è nato e risiede. Una rocambolesca fuga ordita a suo dire per andare a trovare la fidanzata manfreda. Il 20 luglio scorso l’evasione del 20enne di origine tunisina Mohamed Ben Hafdhallah, era finita dopo quasi tre ore dopo in via Medaglie d’Oro a Faenza grazie anche all’intervento degli agenti del commissariato faentino. Per quanto accaduto, il giovane, difeso dagli avvocati Carlo Benini e Silvia Scaini, lunedì mattina ha patteggiato un anno 4 mesi e 20 giorni di reclusione ed è uscito dal carcere di Ravenna per andare ai domiciliari.
La rocambolesca evasione, secondo quanto ricostruito dalla polizia, era cominciata verso le 15.20 quando il 20enne, dopo avere urinato dentro al mezzo, aveva chiesto di potersi fermare alla toilette. Gli agenti di scorta a quel punto avevano adottato tutte le misure di sicurezza: avevano cioè chiesto le chiavi del bagno dedicato ai dipendenti per accedere a un luogo nel quale nessun altro avventore sarebbe entrato. Ma una volta nell’atrio, poco dopo essere stato liberato dalle manette, il giovane aveva prima finto di entrare: era però tornato indietro con uno scatto e aveva buttato a terra l’assistente capo che si trovava di fronte a lui. Quindi era scappato tagliando tutte e sei le corsie autostradali. E infine si era dileguato per le campagne faentine. Subito era stato diramato l’allarme: e oltre agli agenti del carcere forlivese, erano intervenuti quelli del locale commissariato e del Nir della polizia penitenziaria di Bologna. Il fuggiasco era stato prima intercettato davanti a un barbiere: ma alla vista delle divise, era scappato entrando in vari cortili e da quelli riuscendo infine a raggiungere il parco Malmerendi. Lo stop definitivo era arrivato verso le 18 vicino a una banca.