REDAZIONE RAVENNA

Rogo alla Tipografia Moderna. Assoluzione piena per l’avvocata

Era accusata di turbativa d’asta, ma per il giudice, chiedendone un rinvio per l’alluvione, agì legittimamente

Il devastante rogo del 2023 (. Zani

Il devastante rogo del 2023 (. Zani

È stata assolta con formula piena – “perché il fatto non sussiste” – l’unica imputata che aveva scelto il rito abbreviato nel procedimento sul rogo doloso dell’ex sede della Tipografia Moderna, andata in fiamme nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 2023, alla vigilia della vendita all’asta dell’immobile. Si tratta dell’avvocata ravennate Barbara Grassi, difesa dal collega Massimo Martini, che era chiamata a rispondere di concorso in turbativa d’asta.

Secondo l’ipotesi accusatoria, la professionista avrebbe agito in accordo con altri imputati per rallentare la procedura di vendita dell’edificio. Ma il giudice per l’udienza preliminare Andrea Galanti ha accolto in pieno la linea difensiva, rilevando l’assenza di qualsiasi condotta fraudolenta: l’istanza di rinvio dell’asta presentata dall’avvocata il 27 luglio 2023 era fondata su presupposti giuridici solidi, richiamando il cosiddetto “decreto alluvioni”, una norma nazionale che prevedeva proprio la sospensione delle procedure esecutive nelle zone colpite.

Nessuna frode, dunque, né partecipazione a un disegno illecito comune. Il giudice ha escluso il dolo concorsuale e ha chiarito come l’avvocata Grassi abbia agito nel pieno del proprio mandato professionale, ricevuto dalla presidente della società Edizioni Moderne, all’epoca ancora presente negli spazi della Tipografia Moderna. Edizioni Moderne, infatti, pur non essendo più formalmente affittuaria dallo scioglimento del contratto per morosità nel 2022, continuava a occupare legittimamente gli spazi sulla base di accordi onerosi intervenuti con la proprietà, che è una società diversa. Solo dopo l’incendio, nel 2023, la tipografia ha chiesto formalmente la liberazione dei locali. La difesa ha inoltre evidenziato come la sospensione dell’asta del luglio 2023 non abbia arrecato danno alla società Full Print, costituitasi parte civile, in quanto quest’ultima non risultava tra i partecipanti all’asta rinviata, bensì solo a quella precedente del 2022.

Secondo la Procura, l’incendio sarebbe stato il tragico epilogo di una strategia mirata a ostacolare la vendita dell’immobile, che già nel marzo 2022 era stato aggiudicato provvisoriamente a una srl riconducibile a uno degli imputati, salvo poi decadere per mancato versamento della cauzione. Diversa, a tale riguardo, è la posizione degli altri tre imputati, che hanno scelto il rito ordinario e compariranno in aula a luglio: i due accusati di aver materialmente appiccato il fuoco sono una 45enne ravennate, con ruoli di responsabilità nella cooperativa (assistita sempre dall’avvocato Martini) e un 50enne imolese, rappresentante di una srl che aveva partecipato a un’asta considerata dagli inquirenti come un espediente per guadagnare tempo. Di concorso in turbativa d’asta risponde invece un altro avvocato, un 70enne del foro di Rimini. La turbativa d’asta avrebbe avuto inizio già nella prima vendita giudiziaria del 2 marzo 2022, quando una srl riconducibile all’imputato imolese si aggiudicò provvisoriamente l’immobile per 410mila euro. Tuttavia, l’operazione non fu formalizzata per mancanza del versamento della cauzione da 26mila euro. A rappresentare la srl fu l’avvocato riminese, in qualità di procuratore domiciliatario. Anche in questo caso, il legale sosterrà davanti al giudice di avere agito nei limiti del proprio mandato, ossia partecipare all’asta, ma non occuparsi delle successive fasi di pagamento, e dunque di non essere responsabile per l’inadempienza della società.

Lorenzo Priviato