Rogo Lotras, il bacino resta ancora pieno

L’invaso di laminazione aveva accolto le acque di spegnimento inquinate. Svuotamento mai terminato a causa delle piogge

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Non ci sono tempi certi per lo svuotamento del bacino idrico che a partire dall’agosto 2019 ha a lungo ospitato le acque utilizzate per spegnere l’incendio che aveva distrutto il magazzino della Lotras System. Un primo svuotamento del bacino aveva effettivamente avuto luogo – quelle acque erano state destinate allo smaltimento perché contaminate dai residui di olio alimentare incendiato – ma poi le piogge avevano sorpreso il prosieguo dei lavori, costringendo a uno stop. Il bacino era infatti di nuovo colmo, questa volta però di acque piovane. Nulla di cui allarmarsi se non fosse che la parte più superficiale della terra che costituisce il fondale del bacino va probabilmente escavata e destinata essa stessa allo smaltimento, in quanto rimasta a lungo a contatto con acque contaminate.

Non è l’unico inconveniente: i residenti lamentano infatti come il bacino si sia trasformato in questi mesi in una vera e propria riserva a cielo aperto per le zanzare, che nelle acque trovano un luogo in cui nidificare e prosperare numericamente.

A più riprese chi vive da quelle parti ha effettuato segnalazioni a chi di dovere. Le conseguenze del rogo Lotras non hanno afflitto in maniera diretta solo gli abitanti del piccolo quartiere raggiungibile da via Ravegnana, ma anche chi vive in abitazioni piuttosto antiche, un tempo circondate dalla campagna ma ora parte di quella che solo in parte è diventata una zona industriale, essendo infatti le varie fabbriche intervallate da ampie zone vuote dove la vegetazione ha a con varie sfumature ripreso il sopravvento. Un’area insomma in parte industriale o commerciale, in parte ancora abitata, e in parte in attesa di vedere scritto il proprio destino. Ieri sul luogo si sono palesati alcuni tecnici: non si trattava però di personale inviato dal Comune. A palazzo Manfredi, circa i tempi della definitiva bonifica del bacino, non si fanno previsioni, limitandosi ad auspicare che le operazioni possano riprendere e giungere al termine al più presto. A quel punto sarebbe concluso almeno un capitolo della questione apertasi con il rogo della Lotras. Il più ingente, tuttavia, è lungi dal trovare una soluzione. I resti del capannone andato in fiamme sono infatti ancora lì, in attesa che il procedimento giudiziario che lo vede coinvolto arrivi a conclusione: il suo macabro profilo continuerà insomma ad essere parte dello skyline di questa porzione di Faenza, visibile da via Granarolo e da via Ravegnana, due dei principali assi d’accesso alla città.

Filippo Donati