Rogo via Proventa, il Tar accoglie tesi del Comune

Sulle ordinanze emesse per le prescrizioni rivolte alla società proprietaria a tutela dell’incolumità delle persone e sull’interdizione degli accessi

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Ordinanze relative all’incendio di via Proventa: il Tar accoglie le tesi del Comune di Faenza. In seguito all’incendio del capannone di via Proventa, avvenuto a Faenza la notte del 26 gennaio, il Comune di Faenza, attraverso ordinanze del sindaco, aveva rivolto alla società proprietaria, ‘Fraer Leasing SpA’ e alle imprese utilizzatrici, ‘Antarex Srl’ e ‘Atim Srl’ prescrizioni a tutela dell’incolumità delle persone dirette a interdire l’accesso all’immobile a chiunque sino alla realizzazione degli eventuali interventi di messa in sicurezza e l’ordine di far eseguire una verifica di stabilità dell’immobile da parte di un tecnico incaricato.

"Le ordinanze sindacali – si legge nella notra del Comune – contenevano anche prescrizioni a tutela dell’ambiente in quanto ai medesimi soggetti veniva impartito di provvedere allo smaltimento delle acque inquinate, derivanti dallo spegnimento dell’incendio e confinate nell’attiguo canale di scolo denominato ‘Fiume Vetro’. Secondo le analisi commissionate dall’amministrazione comunale, le acque di spegnimento potevano qualificarsi come “rifiuto speciale non pericoloso” smaltibile in idoneo “impianto di trattamento autorizzato”".

Continua la nota: "Con autonomi ricorsi, dapprima la società proprietaria (Fraer Leasing SpA) e poi Antarex Srl e Antarex Arredamenti Srl nonché il legale rappresentante delle ultime due imprese, hanno impugnato le ordinanze davanti al Tar che si è pronunciato in fase cautelare con due ordinanze. Al contrario Atim Srl ha ritenuto di non proporre ricorso né di costituirsi nei due giudizi instaurati dagli altri soggetti coinvolti.

La seconda sezione del Tar Bologna, in attesa della successiva fase di merito, ha, per il momento, accolto la tesi del Comune di Faenza, rappresentato e difeso dagli avvocati Maria Cristina Tassinari e Pierangelo Unibosi, secondo cui le prescrizioni contenute nelle ordinanze sindacali impugnate sarebbero state correttamente rivolte sia alla società proprietaria sia alle imprese utilizzatrici del capannone di via Proventa".

Le prescrizioni contestate, messa in sicurezza e smaltimento delle acque inquinate, dirette alla prevenzione di danni all’ambiente, potrebbero quindi essere richieste sia al proprietario sia al gestore del sito, anche se

non responsabili della contaminazione.

La messa in sicurezza di emergenza del sito contaminato, così come le misure di prevenzione, non avrebbero infatti finalità sanzionatoria, ma costituirebbero prevenzione dei danni. Ttali misure graverebbero pertanto sul proprietario o detentore del sito da cui potrebbero scaturire danni all’ambiente, senza necessità di accertarne il dolo o la colpa. Proprietario e utilizzatore del capannone incolpevoli potranno successivamente rivalersi nei confronti del responsabile dell’incendio, una volta individuato anche all’esito delle indagini che stanno proseguendo sul fronte penale.