Bologna, 7 settembre 2024 – E’ nero su bianco l’ordinanza del commissario Figliuolo per il rimborso dei beni mobili perduti a causa della doppia alluvione che, nel maggio 2023, si abbatté sull’Emilia Romagna.
E’ confermato il tetto massimo di seimila euro di rimborsi per unità immobiliare, a loro volta suddivisi in diversi capitolati di spesa: per la cucina si potrà ottenere un contributo massimo di 3200 euro, cui andranno poi sommati 700 euro per ciascuno degli altri vani della casa in cui erano ospitati beni mobili (come mobilio ed elettrodomestici) travolti dall’alluvione.
Cifre di molto lontane da quelle che avevano proposto i comitati degli alluvionati, spalleggiati dalla quasi totalità dei sindaci romagnoli, primi della fila nel chiedere di portare i rimborsi per i beni mobili a quota 30mila euro per famiglia.
I seimila euro saranno erogati al netto di "altri contributi concessi e/o percepiti a titolo di rimborso per i danni subiti dai beni della stessa fattispecie"; negli allegati viene chiesto infatti l’elenco degli "indennizzi concernenti la domanda di contributo per l’immediato sostegno", con tanto di cifre e dettaglio dei materiali già rimborsati: il principio, infatti, è che non vengano rimborsati due volte gli stessi beni e se con i soldi del Cis i cittadini hanno già acquistato, ad esempio, un frigorifero o un letto andato perso, non possono chiederne il rimborso un’altra volta.
I comitati, pur avendo chiesto precisazioni per fugare ogni dubbio, non hanno tardato a trarre le somme (anche perché in alcuni casi c’è chi ha perso l’intero mobilio di casa): "Significa che chi riuscirà a vedersi riconosciuti seimila euro di rimborsi – fa notare l’avvocato Danilo Montevecchi, capofila del comitato degli alluvionati del quartiere Borgo di Faenza, teatro un anno fa della maggior devastazione – dovrà decurtarli forse anche di cinquemila euro, trovandosi con appena mille euro in mano, mentre per molti l’operazione darà come risultato uno zero".
La necessità di ricorrere a Sfinge, per il comitato, complicherebbe tutto ulteriormente. Ma non è tutto: "A Roma continuano a fingere di non sapere che i mobili acquistati con il Cis sono una questione, quelli perduti un’altra. Un anno fa, quando avevamo letteralmente gli stivali ai piedi, molti assemblarono un arredamento d’emergenza della qualità più bassa, destinato ad arrivare a fine corsa in tempo brevi. Nulla a che vedere con quanto era andato perduto e che chiedevamo ci fosse rimborsato".
Intanto, il viceministro ai Trasporti Galeazzo Bignami incalza la Regione: "Siamo ancora in attesa, da 14 mesi, della documentazione sullo stato ante alluvione del reticolo idrografico. Senza, è impossibile intervenire sulla sicurezza del territorio".