Per ricordare Luigi Squarzina, regista e autore che ha lasciato un segno indelebile sulla storia del teatro italiano, il Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita ha promosso la messa in scena di un racconto in musica ispirato a Romagnola. Venerdì alle 21, il Teatro Alighieri di Ravenna ospita questa nuova produzione della Compagnia Le Belle Bandiere, con la regia e l’interpretazione di Elena Bucci e le musiche originali eseguite dal vivo di Christian Ravaglioli. Con ’Romagnola’, Squarzina raccontava gli anni della Resistenza nella terra di origine della sua famiglia, ma anche la crisi della civiltà contadina; lo spettacolo al debutto all’Alighieri, come sottolinea Elena Bucci, "tende a risvegliare suggestioni, ricordi e pensieri intorno a un poliedrico e originalissimo artista di teatro le cui radici affondano in Romagna".
Appuntamento conclusivo del percorso di eventi e iniziative dedicati al centenario, il racconto in musica Romagnola è stato reso possibile dalla collaborazione fra l’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini di Venezia (che custodisce l’Archivio Squarzina ed è l’ente coordinatore del Comitato per le celebrazioni), la Fondazione Teatro Rossini di Lugo e la Fondazione Ravenna Manifestazioni. Lo spettacolo è a ingresso libero. Il clamore suscitato dalla prima rappresentazione di Romagnola nel 1959, al Teatro Valle di Roma, non si esaurì con le recite, ma continuò con accesi dibattiti, provocati da un testo che rievoca alcuni momenti drammatici e contrastanti della nostra recente storia. I dialoghi – aspri, ironici, passionali, sempre essenziali – descrivono le tragiche vicende d’amore di Cecilia, uccisa dai partigiani perché ha denunciato Michele, e Michele, ucciso dai fascisti perché partigiano; una storia nella Storia della Romagna contadina, con la sua partecipazione collettiva alla Resistenza. Come spiega Maria Ida Biggi, che presiede il Comitato nazionale e dirige l’Istituto per il Teatro e il Melodramma alla Fondazione Cini, "Luigi Squarzina è stato uno scrittore e un drammaturgo interessato a elaborare testi teatrali caratterizzati da un forte impegno etico e politico, toccando temi anche scottanti con l’intento di svolgere un’attività che, attraverso la rappresentazione teatrale, incidesse nel profondo del presente".
Piuttosto che riprodurre il testo nella sua interezza – con un ampio arco di tempo e oltre settanta personaggi – la riduzione in scena all’Alighieri punta a rievocare il clima di quel tempo. "Il teatro e la musica creano una magica navicella che ci accoglie e trasporta nel tempo e nello spazio – racconta Elena Bucci – Il testo, i bozzetti delle scene e dei costumi, le foto e le testimonianze della prima rappresentazione aprono il varco verso una dimensione sospesa tra realtà e sogno, storia e immaginazione. Qui si intrecciano passato, presente e futuro e possiamo ritrovare e riscoprire, attraverso i tenaci fili della memoria, la forza della vita e delle opere di Luigi Squarzina e il fascino esplosivo di un tempo di lotte e di speranza".
Lo stesso Squarzina ha raccontato così la sua opera: "Il mio lavoro voleva rappresentare la crisi della civiltà contadina; nelle campagne nulla poteva essere più come prima. I rapporti di potere tra proprietari, mezzadri e braccianti risalgono a prima della Resistenza, è una conflittualità di altro tipo. Molte cose (…) in Romagna si spiegano con quello che era successo prima, perché, a parte vent’anni di fascismo, erano rapporti interni al sistema del patronato e della condizione agricola ed erano connotati dalla violenza e dallo sfruttamento".
Ingresso libero – Info Biglietteria Teatro Alighieri 0544/249244.