REDAZIONE RAVENNA

"Rovinosa caduta in nero". In un cantiere edile di Godo

Datore di lavoro condannato a 5 mesi, ma assolto dall’accusa di caporalato .

Un cantiere edile in una foto di repertorio

Un cantiere edile in una foto di repertorio

Dalla Tunisia con il barcone fino a Lampedusa. E poi in giro per lo Stivale fino a ottenere un posto di lavoro in nero in una ditta edile con sede legale nel Milanese gestita da un egiziano il quale gli aveva pure fatto pagare le scarpe anti-infortunistica. L’epilogo, il primo di aprile del 2021 con una rovinosa caduta da 4-5 metri in un cantiere di Godo. E il ricovero al Bufalini di Cesena fino al 7 maggio successivo a causa di fratture sparse, tra cui a mandibola e ileo.

Una vicenda, che dopo la querela del diretto interessato - un tunisino oggi 26enne tutelato dall’avvocato Fabrizio Righini -, si è esaurita in primo grado nei giorni scorsi con una condanna del datore di lavoro, un 41enne egiziano difeso dall’avvocato Francesca Vaccina: 5 mesi di reclusione e 3.500 euro di multa per lesioni colpose. Il 41enne dovrà inoltre pagare all’operaio 70 mila euro di provvisionale in attesa che altra sede del tribunale quantifichi il danno. Il giudice Cosimo Pedullà ha però assolto l’imputato dall’accusa di caporalato "perché il fatto non sussiste". La procura ne aveva invece chiesto la condanna anche sotto questo profilo ritenendo che il 41enne avesse reclutato manodopera per usarla in condizioni di sfruttamento approfittando ad esempio della situazione del tunisino: vedi retribuzione non adeguata, paghe per un numero di ore inferiore, e - sempre secondo l’accusa - violazione della normativa su orari, riposi e ferie.

Ma questa non è solo la storia di un processo: è soprattutto la storia di aspettative tradite. Nella denuncia depositata a suo tempo in procura a Ravenna, il tunisino aveva riferito di essere nato in una famiglia povera con 5 fratelli: e, non riuscendo a trovare lavoro, di essersi deciso a emigrare in Italia via mare. Un viaggio della speranza che lo aveva visto sbarcare a Lampedusa il 21 luglio 2020: qui era stato fotosegnalato e inviato in un centro di accoglienza di Bari dove aveva avviato l’iter per richiedenti asilo. Poi aveva raggiunto Milano: e a novembre aveva conosciuto l’egiziano. Subito in cantiere a Pavia: per 50 euro al giorno, gli stessi che - a suo dire - aveva dovuto pagare in contanti al datore per le scarpe anti-infortunistica. Una volta si era tagliato un dito: ma in pronto scorso aveva detto che si era fatto male in cucina, come gli avrebbe suggerito il titolare. A marzo 2021, nuovo cantiere a Godo per coibentare un tetto. Ma verso le 8 del primo aprile, mentre stava piazzando alcuni pannelli isolanti, ecco la disastrosa caduta. I colleghi lo aveva portato in ospedale. E durante tutto il viaggio il titolare

gli aveva "ordinato di non dire nulla del lavoro che stavo svolgendo in nero" altrimenti "mi avrebbero rimandato in Tunisia".

Andrea Colombari