S. Alberto-Palermo, sul filo dei ricordi Nel nome di Francesca Morvillo

Il progetto dei ragazzi della 5^B per non dimenticare il sacrificio della prima donna magistrato vittima della mafia

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Quest’anno in merito alle attività di ‘conCittadini’, il progetto di cittadinanza attiva della Regione Emilia Romagna, la nostra scuola ha deciso di creare un mega contenitore di educazione civica, che si chiama ‘Per-corsi’, all’interno del quale, ogni classe esprime la propria creatività. Ci siamo concentrati, con l’ausilio dell’artista Alice Iaquinta, sulla creazione di 14 sagome di donne che hanno fatto grandi cose, donne comuni che vivono nella nostra frazione o donne che hanno cambiato il mondo. Alla fine le nostre sagome saranno donate alla comunità e arricchiranno di storia e colori Sant’Alberto. La nostra classe, la 5^ B della primaria Pascoli, ha scelto due donne coraggiose, eroine dei nostri giorni: la campionessa paraolimpica Bebe Vio e la prima donna magistrato vittima della mafia, Francesca Morvillo. La scelta del giudice, moglie di Giovanni Falcone, arriva da un progetto che ha avuto origine lo scorso anno con la lettura del libro di Giovanni Garlando, ‘Per questo mi chiamo Giovanni’. Dopo la lettura, durata un quadrimestre, abbiamo creato un cartellone con i nostri pensieri e i nostri disegni. La scorsa estate, le maestre Margherita Guglielmino e Tiziana Privato hanno portato il nostro lavoro nel luogo dove la cattiveria umana è sfociata nell’‘attentatuni‘: la stele di Capaci, dove il giudice Falcone, la moglie e tre uomini della scorta sono saltati in aria tra le macerie e la polvere, fatti a pezzi con l’esplosivo.

La figura di Francesca Morvillo è spesso messa in ombra da quella del giudice Falcone, noi abbiamo voluto renderle omaggio, perché è stata una donna forte, un magistrato che ha ricoperto diversi incarichi e una moglie coraggiosa che è andata incontro a una morte orribile accanto all’uomo che amava. In via Notarbartolo a Palermo, dove abitavano i due magistrati, c’è un albero divenuto il simbolo del riscatto dalla mafia di tanti onesti cittadini. Per questo abbiamo voluto trasformare la ‘nostra’ Francesca Morvillo in un albero, perché il suo esempio possa mettere radici nei cuori di tutti, per non dimenticare ciò che è successo il 23 maggio 1992. Tra meno di una settimana saranno trent’anni da quella tragica giornata, noi non eravamo ancora nati, ma aver studiato la storia del giudice Falcone, aver visto l’auto degli uomini della scorta (esposta a Ravenna il 29 marzo), aver sentito le interviste delle mogli degli agenti della scorta uccisi, ci ha fatto capire quanto ciò che è successo sia stato orribile. Ci siamo chiesti come potevamo seguire, nel nostro piccolo, l’esempio che ci hanno lasciato e abbiamo capito che tutte le volte che difendiamo un compagno da un bullo, ogni volta che facciamo il nostro dovere seguiamo le orme di quegli eroi.

Classe 5^ B

Scuola primaria ‘G. Pascoli’

Sant’Alberto