LUCA BERTACCINI
Cronaca

Salvò Ravenna dall’alluvione: "Ristori? Non si è visto un euro. Ma rifarei allagare i miei campi"

Galavotti di Cab Terra: il bene comune viene prima del profitto, ora il governo mantenga le promesse

Legacoop e le cooperative agricole di braccianti fanno sentire la loro voce a quattro mesi dall’alluvione che ha colpito la Romagna. Oggi la manifestazione in via degli Zingari, a Ravenna, in un luogo simbolico, il primo campo allagato dopo che fu autorizzato il taglio degli argini sui terreni delle cooperative braccianti, salvando così il centro di Ravenna dall’acqua (e sacrificando 200 ettari di coltivazioni).

Fabrizio Galavotti, presidente di Cab Terra
Fabrizio Galavotti, presidente di Cab Terra

Fabrizio Galavotti, presidente di Cab Terra, lei fu tra quelli che diedero il via libera al taglio degli argini: lo rifarebbe?

"Sì, le cooperative di braccianti agricoli hanno dato una risposta alla comunità. Qui ci sono aziende da oltre un secolo, che hanno sempre contribuito allo sviluppo del territorio. Per noi il bene comune viene prima del profitto".

E perché ora avete deciso di manifestare?

"Chiediamo di mantenere le promesse fatte nei momenti di massima emotività. Ricordiamo la premier Meloni qui con gli stivali nel fango. Ci hanno detto che il governo avrebbe indennizzato al 100% i cittadini e le imprese coinvolti dall’alluvione".

E invece?

"Non si è visto un euro. Aspettiamo ancora i moduli da utilizzare per la stima dei danni".

Nel frattempo, come cooperative di braccianti agricoli, come vi siete mossi?

"Ognuno di noi ha chiamato un perito per avere una stima dei danni. Per parte nostra, il conto lo abbiamo fatto. Ovviamente parliamo di un documento che vale quello che vale. Servono i moduli governativi ufficiali".

Di che numeri parliamo?

"Consideri che di 12mila ettari di terreno agricolo, 6mila sono finiti sott’acqua. Calcolando la mancata produzione, il ripristino dei terreni e delle infrastrutture, siamo tra 25 e 30 milioni. Gli agricoltori stanno affrontando con mezzi propri i costi per l’annata agraria, acquistando sementi, concimi, ripristinando i terreni e via dicendo".

Ovviamente è un discorso che vale per le realtà più strutturate, quelle più piccole rischiano di finire gambe all’aria.

"Purtroppo è così. È già tardi. Si rischia di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Per questo rischiamo di trovare aziende chiuse. Aggiungo una riflessione: chi ha una certa età, preferisce chiudere l’azienda e non mettersi in mezzo a tutto questo per riaprirla, magari per poco tempo. Vogliamo fare capire che il problema è enorme".

Suona incredibile che non esista ancora la modulistica. Vi aspettavate questi tempi?

"No, anche perché nei giorni successivi all’alluvione ci dissero che le risposte sarebbero state immediate, e invece... Il commissario Figliuolo è stato nominato dopo due mesi con una struttura di sole sessanta persone contro le mille di Errani nella gestione post sisma. Giorgia Meloni ha dichiarato che l’agricoltura emiliano-romagnola è fondamentale, che siamo la locomotiva d’Italia. Bene, se si blocca la locomotiva, si fermano anche tutti i vagoni. Non ci saremmo aspettati di non avere ancora i moduli per presentare la stima dei danni alla metà di settembre. Non è questione di avere pazienza, ma di necessità".

Il centrodestra dice che dopo il terremoto la Regione non era stata celere nel rimborsare i danneggiati, mentre il centrosinistra accusa il governo di non rispettare le promesse fatte. Voi, che avete esigenze quotidiane, che cosa pensate di questa polemica politica?

"Ci fa arrabbiare, perché pagano le persone. L’alluvione non ha guardato in faccia nessuno. Sott’acqua ci è andato chi vota a destra, sinistra o centro. Non voglio pensare che il governo non voglia risolvere i problemi, così che il centrodestra possa vincere le prossime regionali".