
I protagonisti dello spettacolo in una foto di Marco Parollo
Dal suo debutto nel 1957 al Royal Court Theatre di Londra, Finale di partita è diventato uno dei lavori più rappresentati del drammaturgo irlandese Samuel Beckett, forse l’ultimo dei grandi modernisti e sicuramente uno dei numi tutelari del teatro dell’assurdo. Quasi settant’anni più tardi, cos’ha ancora da dirci’ Finale di partita?’ L’onere e onore di rispondere ricade su Nerval Teatro, che stasera e domani sera alle 21 alle Artificerie Almagià, mell’ambito di Ravenna Festival, propone il capolavoro beckettiano nel testo integrale tradotto da Carlo Fruttero.
Da anni la compagnia di Maurizio Lupinelli e Elisa Pol attraversa la drammaturgia di Beckett con gli interpreti diversamente abili del Laboratorio Permanente a Rosignano Marittimo e a Ravenna, tra Tirreno e Adriatico. In scena lo stesso Lupinelli, che ne è anche regista, Barbara Caviglia, Carlo De Leonardo e Matteo Salza. Lo spettacolo sarà accessibile anche a persone sorde grazie alla traduzione in lingua dei segni, realizzata in collaborazione con Ente Nazionale Sordi di Ravenna.
Da oltre dieci anni, Nerval Teatro si misura con la drammaturgia di Beckett con il gruppo di attori e attrici diversamente abili del Laboratorio Permanente di Rosignano Marittimo e più recentemente con il gruppo ravennate.
Quattro personaggi: due uomini, Hamm e Clov, e gli anziani genitori del primo, Nagg e Nell. Costretti a vivere in una sorta di bunker, poiché l’ambiente esterno pare essere andato distrutto a causa di una qualche non ben identificata catastrofe. Ciascuno dei personaggi è affetto da patologie che, in qualche misura, rendono difficile la sua esistenza. Nagg e Nell, ad esempio, sono senza gambe e vivono dentro bidoni della spazzatura. Hamm, costretto su una sedia a rotelle, è cieco e infermo, mentre Clov non può sedersi ed è costretto a rimanere sempre in piedi.
Gli assurdi dialoghi evocano un passato ormai lontano, quando l’ambiente esterno non era così ostile come è in quel momento – una vita di gran lunga migliore rispetto all’esistenza nel bunker. A ben vedere, anzi, quella in scena è una sorta di non-vita, scandita da ritmi e rituali sempre uguali a se stessi, senza alcun significato. Finché la situazione non raggiunge un punto di rottura: Clov si mostra intenzionato ad abbandonare il bunker, lasciando solo Hamm, il quale nel frattempo ha perso entrambi i genitori, senza tuttavia soffrirne. Dal canto proprio, Hamm sembra accettare con totale indifferenza la dipartita di Clov, come se anche questa faccia inevitabilmente parte del “gioco” della vita.
Biglietti dello spettacolo: posto unico numerato 15 euro (ridotto 12); under 18: 5 euro. Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org